CHIARA MARINELLI
Cronaca

Legnante, lancio d’argento: "Ora la sesta medaglia"

L’atleta civitanovese sul podio nel disco, venerdì tocca al getto del peso "Tirare senza vedere è davvero dura, perché non si hanno riferimenti".

Legnante, lancio d’argento: "Ora la sesta medaglia"

La civitanovese Assunta Legnante, 46 anni, in azione a Parigi

Quinta medaglia paralimpica in carriera per Assunta Legnante, portacolori dell’Anthropos e capitano della nazionale azzurra a Parigi 2024. Ieri ha conquistato l’argento nel lancio del disco F11. con la misura di 38,01 metri (miglior prestazione stagionale) e balzo al secondo gradino del podio ripetendo il risultato di Tokyo 2020, alle spalle della sola cinese Zhang Liangmin (con la misura di 39,08). Dopo due nulli e un 36,07 di sicurezza, al quarto tentativo Legnante ritrova la sua proverbiale potenza e fa volare l’attrezzo a 38,01 metri. Un risultato brillante in attesa di competere nella finale del peso F11 dopodomani, alle 10. Giorno in cui, alle 11, scenderà in pista nei 1500 il compagno di squadra Ndiaga Dieng, atleta di Anthropos Civitanova, Avis Macerata e Gruppo Sportivo Paralimpico Difesa. "Sono contenta di questa medaglia – ha commentato Legnante, che ha messo nella sua bacheca personale ben cinque medaglie alle Paralimpiadi e insegue la sesta –. Parliamo sempre di una medaglia. Chi ha vinto lo ha fatto con una misura che posso fare. Ma non è la mia gara. Una leggera pioggerellina ha reso scivolosa la pedana, ma non ci sono scuse perché è stato così per tutte. Lanciare senza vedere è davvero dura perché non si hanno punti di riferimento, in più purtroppo non ho una stabilità nel gesto che mi permette di superare i 40 metri come faccio spesso in allenamento. Sono però contenta di essere riuscita a confermare l’argento di Tokyo, anche perché prima del Giappone alle Paralimpiadi non avevo mai vinto una medaglia nel disco. Stabilizzandomi su certe misure, risultati come questo sono la logica conseguenza. Anzi pensavo di soffrire di più la tensione del pubblico e della confusione, ma mi sono accorta che dopo 35 anni riesco a dissociarmi dalla situazione e vivere il ‘qui e ora’. Ammetto che il secondo posto è quasi fastidioso perché a separarmi dall’oro è stato poco più di un metro, ma sono lì e ho voglia di riscatto perché mi manca una gara e ci tengo a riprendermi quel titolo lasciato per strada a Tokyo nel peso. Sto bene, ora vediamo di fare meglio". "Speravo nel podio – sono le parole del presidente dell’Anthropos Nelio Piermattei –. Assunta non delude mai e anche questa volta ha fatto centro. Da un po’ di tempo in gara non andava oltre i 38 metri e quindi sono ancora più contento".