FRANCO VEROLI
Cronaca

L’economia circolare: "Ormai è una necessità, il concetto di rifiuto deve essere superato"

Il viaggio del Carlino e di Confindustria nella società che cambia. Tellini (Gruppo Intesa Sanpaolo): "Bisogna cogliere l’opportunità. di integrare le filiere, seguendo logiche di prossimità territoriale".

L’economia circolare: "Ormai è una necessità, il concetto di rifiuto deve essere superato"

L’economia circolare: "Ormai è una necessità, il concetto di rifiuto deve essere superato"

Un viaggio nell’economia che cambia. È quello che il Carlino ha deciso di intraprendere insieme a Confindustria Macerata, andando a conoscere importanti realtà aziendali che sono già in marcia lungo un percorso destinato a ridefinire la nostra idea di futuro. Uno di questi fronti è senz’altro quello della sostenibilità e competitività delle imprese nell’economia circolare. Ne abbiamo parlato con Massimiano Tellini, responsabile Circular Economy del Gruppo Intesa Sanpaolo.

"Estrarre, produrre, utilizzare e gettare" è lo schema dell’economia lineare. Perché non funziona più?

"Il modello economico lineare parte dal presupposto che le risorse naturali siano infinite e che il pianeta abbia una capacità illimitata di rigenerare il proprio capitale. Durante l’ultima Conferenza sui cambiamenti climatici delle Nazioni Unite, la Cop 28 a Dubai, è emerso quanto la transizione dell’economia mondiale verso il modello circolare rappresenti una necessità. Intesa Sanpaolo Innovation Center, società del gruppo bancario che si occupa dell’innovazione circolare, è consapevole dei rischi legati all’economia lineare e si impegna a diffondere il paradigma circolare come chiave per la competitività delle imprese nel medio-lungo periodo".

L’economia circolare è un "aggiustamento" o rappresenta un radicale cambio di paradigma?

"L’economia circolare rappresenta un innovativo paradigma che ridefinisce il concetto di sviluppo in ottica rigenerativa con impatti positivi sull’intera società, perché slega la crescita economica dal consumo di risorse naturali esauribili, propone il superamento del concetto stesso di rifiuto e, attraverso una visione sistemica e collaborativa, ridisegna i modelli di business e di interazione con l’ecosistema. I presupposti della circular economy stimolano un percorso di trasformazione e riorientamento delle strategie competitive di interi sistemi economici e industriali, contribuendo al contempo al raggiungimento degli obiettivi climatici, grazie alla rigenerazione del capitale naturale e alla diffusione di pratiche a impatto sociale come la rigenerazione urbana e la formazione dei lavoratori per l’acquisizione di nuove competenze".

Come in ogni cambiamento ci sono rischi e opportunità. Perché e in che modo un’impresa italiana deve ripensare se stessa?

"L’Italia è un Paese che storicamente ha ricoperto un ruolo da leader nel design a supporto del comparto manifatturiero, con alcuni distretti industriali virtuosi come quello marchigiano, specializzato nel settore moda e calzaturiero. L’economia circolare offre l’opportunità di intervenire sul re-design non solo dei prodotti ma anche dei processi di creazione del valore in un’ottica simbiotica e collaborativa. Recepire principi di economia circolare in ambito imprenditoriale significa cogliere l’opportunità di integrare filiere, anche differenti tra loro, seguendo logiche di prossimità territoriale e valorizzando le specificità locali. Metodologie come la circular open innovation, praticata dal Circular Economy Lab di Intesa Sanpaolo Innovation Center e Cariplo Factory, stimola tale approccio, favorendo una collaborazione aperta tra aziende già mature e startup circular innovative, facilitando quindi l’accesso a nuove competenze e tecnologie e, al contempo, riducendo il rischio legato agli impegnativi investimenti in ricerca e sviluppo".

Avevano ragione gli antichi quando dicevano che tutto torna da dove trae origine?

"La principale fonte di ispirazione degli antichi era la natura, l’ecosistema con il quale erano abituati a convivere rispettandone i tempi e i vincoli. In natura il rifiuto non esiste e l’ecosistema biologico è in grado di rinnovarsi autonomamente, seppure con i suoi tempi. Il pensiero sistemico introdotto dall’economia circolare trae ispirazione dall’ecosistema naturale, stimolando quindi l’adozione di concetti quali la biomimesi. Il fine è quello di trovare soluzioni affiancando ai modelli che la natura pratica dall’inizio dei tempi le leve innovative tecnologiche e digitali".