Case e cantieri nel mirino dei ladri, sciacalli, risse in strada e lavoro irregolare. Chi è entrato sul territorio ed è impegnato nella ricostruzione post-sisma? Ovvero nel cantiere più grande d’Europa? In otto anni dal terremoto che ha sconvolto la provincia, questi episodi sembrano non placarsi, anzi. Anche perché la ricostruzione sta entrando ora nel vivo e caratterizzano il Maceratese per i prossimi anni. "Stiamo lavorando con la Struttura di missione antimafia e le prefetture del cratere per dare attuazione a quanto previsto dal decreto legge 189 in materia di sicurezza, legalità dei cantieri e trasparenza – ha detto il commissario straordinario Guido Castelli –. Abbiamo anche siglato un protocollo d’intesa con il ministro del lavoro per rendere coerenti il dispositivo ricostruzione 2016 e l’azione di governo, con la volontà di attivare processi digitalizzati che garantiscano allo stesso tempo un approccio semplificato ma efficace ai controlli. È in fase di adozione anche il protocollo con la guardia di finanza per contrastare gli illeciti e monitorare l’insieme degli investimenti che il governo ha voluto per la ricostruzione e il rilancio dell’Appennino centrale. L’obiettivo – ha concluso Castelli – è ricostruire tempestivamente e nella legalità". L’arresto dei due fratelli di Benevento, entrambi pregiudicati, è solo l’ultimo fatto di cronaca segnalato. Di giorno con la loro ditta lavoravano nell’Alto Maceratese, la sera saccheggiavano il rame da case e cimiteri dei piccoli paesi. In otto mesi ne avrebbero rubati 70 quintali, per un valore di 50mila euro. Le indagini erano scattate dopo che i carabinieri di Sarnano avevano accertato un ingente furto di discendenti in rame da una struttura ricettiva, chiusa per lavori di ristrutturazione. Nei giorni scorsi invece sono finiti nel mirino dell’Arma alcuni operai egiziani. Avevano scatenato una rissa in centro storico, a Tolentino, ed erano scappati; ma sono stati incastrati dalle telecamere di videosorveglianza e dal racconto dei testimoni. Due di loro, sul territorio per la ricostruzione post-terremoto, sono stati individuati e denunciati. Ma le indagini continuano per individuare gli altri sei che avevano partecipato alla zuffa in strada. Il motivo? Dissidi interni tra operai. Lo scorso marzo, a Macerata, erano stati identificati e denunciati sette uomini di origini egiziane per una rissa a colpi di spranghe in via Roma. Alla base della contesa, anche in quel caso, c’erano questioni lavorative mai risolte nel settore edile. A maggio sette operai della ricostruzione, tutti casertani e quasi tutti già con precedenti, erano stati denunciati per ricettazione grazie ai controlli dei carabinieri di Ussita, Visso e Fiuminata. I sette campani avevano rimediato diverso materiale, soprattutto a Ussita: gruppi elettrogeni, televisori, trapani professionali, canalette in rame, effigi sacre, poltrone, oggetti di antiquariato in ottone, persino piastre e phon per capelli. Avevano quindi caricato i loro mezzi da lavoro e si erano diretti verso casa, per trascorrere il fine settimana in famiglia e rivendere anche la mercanzia. Ma le pattuglie li avevano fermati per tempo.
CronacaLe spine della ricostruzione. Dai furti alle risse per i cantieri, sale l’allerta nel cratere