Mauro
Grespini
Meglio nascere fortunati che ricchi, diceva sempre mia nonna. In effetti, se una persona è fortunata vuol dire che ha poi la possibilità, essendo baciata dalla fortuna, di diventare anche ricca. Non fa una piega! E quasi ogni settimana notizie di clamorose vincite riempiono le pagine del nostro giornale. Le ultime, piuttosto consistenti, sono state – in ordine di tempo – quelle di Montelupone (due milioni al Gratta e Vinci), di Mogliano (500 mila euro con VinciCasa) e di Selvalagli di Gagliole (un milione di euro con MillionDay), senza dimenticare il colpo grosso dello scorso febbraio, quando a Sambucheto di Montecassiano il Superenalotto ha portato oltre 20 milioni di euro nelle tasche di cinque scommettitori del luogo. Un bottino da record! La storia è piena di tanti "Gastone", non c’è da stupirsi, ma al tempo stesso conta pure moltissimi "Paperino", i quali, visti i "mala tempora", sono decisamente la parte maggiore. Da ragazzino, quando leggevo "Topolino" non sopportavo il bel Gastone: era troppo fortunato! Stavo dalla parte di zio Paperino perché, sempre sventurato e pasticcione, mi sembrava più divertente, un papero più umano. Quella era la sua vera fortuna. Del resto, capita spesso che i soldi non facciano la felicità. E’ chiaro, meglio averne piuttosto che no. E quindi chapeau a chi tenta la fortuna e vince, specie se tribola da una vita per arrivare a fine mese tra mutui, bollette, tasse e mille balzelli. Chi perde, però, e si cruccia per questo, potrebbe pensare che i doni più belli in testa a una classifica di valori sono anche (o soprattutto) altri: la salute, l’amore, la famiglia, il lavoro...