L’accensione della lampada votiva che arde sulla tomba di San Francesco ad Assisi, a nome delle Regioni italiane, "è una grande responsabilità e una grande testimonianza". Sono le parole del nuovo presidente della Regione Marche, Francesco Acquaroli, che ha presenziato alla cerimonia accanto alla presidente dell’Umbria, Donatella Tesei, al premier Giuseppe Conte, insieme alla folta delegazione marchigiana di primi cittadini e della Cem (Conferenza episcopale marchigiana), il cui presidente, l’arcivescovo metropolita di Pesaro, Piero Coccia, ha officiato il rito religioso. La sindaca di Ancona, Valeria Mancinelli, a nome di tutti i sindaci italiani, ha versato nella lampada l’olio donato dalle Marche (700 litri, offerti dall’associazione regionale dei frantoiani) e ha acceso la lampada che arde perpetuamente. Molti i sindaci marchigiani presenti ad Assisi, tra i quali quello di Pesaro, Matteo Ricci, di Fano (Massimo Seri), di Osimo (Simone Pugnaloni), il nuovo sindaco di Macerata, Sandro Parcaroli, e Nicola Loira di Porto San Giorgio. "È un grande orgoglio, come prima uscita, essere qui per questo evento straordinario", ha commentato il governatore delle Marche. "L’accensione della lampada, a nome anche delle altre Regioni – ha aggiunto Francesco Acquaroli –, racchiude anche un messaggio importante che bisogna testimoniare, per rilanciare i valori del francescanesimo, in questo momento così difficile a causa della crisi economica, della pandemia e della ricostruzione che lascia al di fuori delle abitazioni ancora tante famiglie e intere comunità". "Ad Assisi – ha concluso il presidente della Regione –, cogliamo lo stimolo a concretizzare il nostro impegno istituzionale, per essere portatori dei valori su cui si fondano la nostra repubblica e la nostra democrazia". La lampada è stata accesa durante il rito religioso, che si è svolto nella basilica superiore del sacro convento di Assisi. officiata da mons. Piero Coccia. "Quello marchigiano – ha sottolineato in apertura della messa frate Mauro Gambetti, custode del sacro convento di Assisi – può essere un modello per l’Italia che vuole rinascere, ma non sarà sufficiente, come gli stessi cittadini delle Marche sperimentano nei loro territori. Viviamo, infatti, in una comunità globale". "Questo nostro mondo – ha detto – è in balia delle onde della globalizzazione selvaggia e di nazionalismi irrazionali: se vogliamo preparare il futuro, si deve guardare lontano".