Vittorio Sgarbi ha annunciato le dimissioni immediate da sottosegretario alla Cultura. "Un colpo di teatro" ha spiegato lui ieri a Milano, legato non tanto all’inchiesta della procura di Macerata sul quadro rubato, quanto alle contestazioni dell’Antitrust sulla sua attività di conferenziere. Sgarbi ha assicurato che avrebbe formalizzato la sua decisione al presidente del Consiglio, Giorgia Meloni.
Questa scelta del critico d’arte disinnescherebbe la mozione presentata da Partito Democratico e M5Stelle, e che avrebbe dovuto essere votata nei prossimi giorni. A presentarla alla Camera era stata la deputata Dem maceratese Irene Manzi, capogruppo del Pd in commissione Cultura, che però ieri ha scelto di non rilasciare dichiarazioni, non volendo trasformare una questione politica in una battaglia personale. È stato divulgato però un comunicato a nome dei componenti del Pd della commissione Cultura alla Camera sul caso che riguarda il sottosegretario alla Cultura: "Meloni e Sangiuliano spieghino al Parlamento per quali ragioni il Governo ha fatto orecchie da mercante sul caso Sgarbi – hanno scritto i Dem -. Il Governo ha fatto di tutto per evitare di prendere una posizione chiedendo, in più occasioni, il rinvio dell’esame parlamentare della mozione di sfiducia pur di non esprimersi sul caso. Per quali ragioni? La presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, che dice di non essere ricattabile, spieghi come mai lei e il ministro della Cultura abbiano agito con tanta reticenza".
Sgarbi ha annunciato la sua decisione a Milano, dove era stato chiamato a tenere una conferenza su Michelangelo. Ha riferito di aver ricevuto una comunicazione dall’Antitrust, sull’indagine avviata lo scorso ottobre in merito alle conferenze, le inaugurazioni e le vendite di libri. La legge Frattini, infatti, in tema di conflitto di interessi, proibisce ai titolari di cariche di governo, nello svolgimento del proprio incarico, di esercitare attività professionali in materie connesse con la carica di governo, anche se gratuite. Il procedimento dell’Antitrust si aggiunge all’inchiesta avviata da qualche settimana dalla procura di Macerata, sul quadro di Rutilio Manetti, e a quella della procura di Imperia sull’illecita esportazione di opere d’arte. Per quanto riguarda l’inchiesta maceratese, nei giorni scorsi c’è stata un’accesa polemica tra l’onorevole Irene Manzi e l’ormai ex sottosegretario, con quest’ultimo che aveva reagito duramente alla richiesta di dimissioni, annunciando una querela verso la parlamentare maceratese, sfidandola nel contempo ad un pubblico confronto.
Paola Pagnanelli
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