PAOLA PAGNANELLI
Cronaca

Le carte della difesa di Enea. Posticipare l’ora del delitto e una perizia psichiatrica

In primo grado il 24enne è stato ritenuto l’unico responsabile dell’assassinio. L’avvocato Romagnoli: "Rapporto ai limiti del morboso tra Arianna e il figlio".

Le carte della difesa di Enea. Posticipare l’ora del delitto e una perizia psichiatrica

Le carte della difesa di Enea. Posticipare l’ora del delitto e una perizia psichiatrica

L’ora del delitto e le condizioni psichiche di Enea Simonetti: sono queste le carte con cui il 24enne conta di cancellare la condanna all’ergastolo che pesa sulla sua testa. Per ora, solo lui è stato ritenuto colpevole di aver ucciso la nonna, la 78enne Rosina Carsetti, e né la madre né il nonno hanno ancora detto nulla in tribunale per provare a convincere la corte che non sia lui il colpevole. La linea difensiva ieri è stata illustrata dalla corte d’assise d’appello dall’avvocato Valentina Romagnoli. Secondo il difensore, risentire i testimoni sui maltrattamenti – sempre negati dagli imputati – è inutile e superfluo: "Le prove sono state assunte, trascritte e interpretate in maniera corretta e puntuale, anche in confronto con altre prove, tra cui le registrazioni. Chiedo invece due perizie, per noi essenziali. La prima è la perizia medico legale, per accertare l’epoca della morte, la natura delle lesioni sul corpo di Rosina e come il delitto sia stato perpetrato".

Per la procura, l’omicidio sarebbe avvenuto tra le 16.30 e le 18.30, per la difesa più tardi, quando Enea Simonetti, uscito alle 17.47 e tornato alle 19.41, non c’era. Definendo "surreale" la ricostruzione del delitto fatta in primo grado, secondo cui Enea avrebbe strangolato la nonna e poi mettendosi su di lei le avrebbe rotto costole e clavicola, l’avvocato ha aggiunto che "le evidenze scientifiche dicono che numerose lesioni sono state causate dal massaggio cardiaco". La seconda richiesta è quella di una perizia psichiatrica, su Enea ed eventualmente la madre, "per valutare se il comportamento processuale sia stato per il ragazzo consapevole, soprattutto sulle ripercussioni che certe scelte avrebbero avuto sulla sua posizione". L’avvocato ha parlato di un rapporto "ai limiti del morboso tra madre e figlio". Il difensore ha chiesto poi di risentire due carabinieri su una coperta che, secondo Enea, sarebbe stata usata dal nonno per uccidere Rosina. Infine, il riascolto delle intercettazioni in caserma la sera del delitto: secondo la perizia disposta in primo grado, Enea dice "so’ scappato" e vorrebbe dire che è uscito dopo l’omicidio; "ma nei brogliacci una volta questa frase è definita incomprensibile, la seconda "nonno è scappato". È importante risentirla, anche per percepire il tono delle voci, molto tranquillo di Enea, che aveva appena confessato ai carabinieri che non c’era stata alcuna rapina, ed esagitato della madre, che lo rimprovera per aver collaborato con l’autorità giudiziaria". Nessuna richiesta è stata accolta finora dalla corte, decisa a scandagliare solo la questione dei maltrattamenti. Enea intanto resta a Montacuto: molto dimagrito, in carcere lavora e incontra periodicamente la madre. Arianna, dopo aver a lungo parlato in televisione per raccontare la rapina che non c’era mai stata, in tribunale non ha mai fatto dichiarazioni, sicura di non poter essere creduta, ma di fatto in silenzio di fronte al figlio condannato all’ergastolo. Non vive più a Montecassiano con il padre, anche lui in aula, sempre molto angustiato dai problemi di salute ed economici.