REDAZIONE MACERATA

Lavoratori in nero e liquami della stalla in un lago: denuncia e maxi multa per imprenditore agricolo

Controllo congiunto carabinieri, Nil e forestali a San Genesio, in provincia di Macerata. Sanzione da 32.500 euro e sequestro preventivo dell’azienda

Maxi multa e denuncia per un agricoltore della provincia di Macerata

San Ginesio (Macerata), 2 ottobre 2023 - Impiego di manodopera clandestina e discarica abusiva di liquami. È quanto emerso dal blitz messo in atto, dai carabinieri della Compagnia di Tolentino, insieme ai militari del Nucleo ispettorato del lavoro di Macerata e del gruppo Tutela del lavoro di Venezia, in un’impresa agricola di San Ginesio, che colpiva campi di foraggio e ha un grosso allevamento di vacche da latte.

Il titolare della società, residente in zona, è stato denunciato all’autorità giudiziaria. Gli è stata applicata la maxi sanzione amministrativa per lavoro sommerso di 32.500 euro. Contestate anche violazioni e carenze in materia di sicurezza.

I militari hanno proceduto al sequestro preventivo dell’azienda, con applicazioni di prescrizioni e ammende penali che potrebbero superare i 120.000 euro. Secondo le ricostruzioni, le pattuglie hanno notato subito la presenza di due braccianti indiani irregolari sul territorio nazionale, impiegati illegalmente. Sul posto hanno notato poi un invaso artificiale, di circa 600 metri quadrati, scavato nel terreno, privo di impermeabilizzazione, nel quale sarebbero stati fatti convogliare tutti i reflui zootecnici dalla stalla.

È stato chiesto quindi l’intervento dei carabinieri forestali di Sarnano, che hanno proceduto alla contestazione della violazione della normativa ambientale in materia di rifiuti e al sequestro preventivo della “discarica” di liquami e del sistema di pompaggio.

Oltre a questo, i militari dei reparti speciali in materia di lavoro hanno rilevato violazioni sulla sicurezza, dall’aggiornamento del documento di valutazione dei rischi alla mancanza di formazione e informazione dei lavoratori, fino all’assenza della designazione del medico competente. Tra le omissioni, il mancato invio dei lavoratori alle visite mediche periodiche.

È stata rilevata la presenza di lastre in acciaio per coprire l’area in cui i liquami della stalla andavano a finire nella vasca di contenimento; queste lastre lasciavano aperture pericolose per i braccianti impiegati. Mancavano infine le certificazioni di conformità di impianto elettrico e messa a terra, cisterna del gasolio per il rifornimento dei mezzi agricoli, di silos per il mangime e struttura metallica delle stalle.