Aveva cominciato a funzionare l’area camper, ma gli utenti arrivati non erano quelli desiderati dall’amministrazione comunale. Lo spazio attrezzato per il turismo dei caravan è stato scoperto dai rom, a cui non è parso vero di riuscire a usare le colonnine che forniscono energia elettrica e acqua. E così, nei giorni scorsi, giù docce a volontà. Agli amministratori, in primis all’assessore Giuseppe Cognigni, è quasi preso un coccolone quando l’hanno saputo e hanno reagito staccando l’erogazione dell’acqua, deterrente a cui si sono affidati per costringere gli zingari a starsene alla larga da una zona nata per tutt’altre intenzioni.
L’episodio sparge sale sulla ferita di una struttura che non ha mai funzionato, fin dalla sua apertura, e che ha creato solo problemi. Due estati sono trascorse dalla sua inaugurazione, nel maggio 2023, ed è stata sempre ignorata dai camperisti, diventando invece appetibile per i rom. Non era difficile immaginare che la vicenda avrebbe preso questa piega, considerando soprattutto l’area scelta per fare questo tipo di investimento, ovvero il comparto commerciale.
L’area camper è peraltro costata parecchi soldi, circa 130mila euro tra lavori, impiantistica e denari spesi per l’inaugurazione, ma oggi si può dire che purtroppo è stata un grosso flop. Annunciato peraltro, nell’ambito di una polemica politica senza esclusone di colpi, di fatto superata dal comportamento degli amanti del turismo su camper, che hanno fin qui sempre snobbato un rettangolo incastonato a ridosso del casello dell’autostrada A14, al centro di strutture commerciali servite da strade a grosso scorrimento e quindi in uno spazio in cui si respira più smog che aria del mare, oltretutto nemmeno servita con efficacia dai mezzi pubblici che siano in grado di portare gli eventuali turisti sul litorale.
Non è un caso che siano invece quotidianamente zeppe di camper le aree attrezzate di Porto Sant’Elpidio o di Porto Recanati, mentre quella di Civitanova langue abbandonata. A luglio, mese clou estivo, è stato documentato il degrado in cui l’amministrazione l’aveva lasciata, ricoperta dalle erbacce. Come peraltro è anche in questi giorni; sporca e sempre desolatamente vuota.
Lorena Cellini