LUCIA GENTILI
Cronaca

L’anniversario del terremoto. Restano quasi diecimila sfollati, conto da 32 milioni in un anno

I numeri in provincia: l’anno scorso i maceratesi senza casa erano oltre 12mila, nel 2022 più di 13mila. A Camerino più di un residente su cinque sta ancora aspettando di tornare nella propria abitazione.

L’anniversario del terremoto. Restano quasi diecimila sfollati, conto da 32 milioni in un anno

Una donna all’ingresso della zona rossa di Muccia: in provincia sono 9.619 le persone che ancora devono tornare a casa

A otto anni dal triste anniversario del 26 e 30 ottobre 2016, la provincia di Macerata conta 9.619 sfollati (su un totale di 269.248 abitanti). Nel 2023 erano 12.467 e nel 2022 13.412. La Regione dall’ottobre 2023 a oggi ha erogato complessivamente in tutte le Marche 48.879.385,33 euro di Cas (contributo di autonoma sistemazione), di cui 32.537.151,65, due terzi quindi, a comuni maceratesi.

Dal mese scorso, dal primo settembre, il Cas è stato sostituito dal Cda, ovvero contributo per il disagio abitativo; la principale differenza è che non ne hanno più diritto coloro che erano in affitto al momento del sisma. Finora la Regione ha erogato 1.770.206,69 euro di Cda, di cui 860.116,69, la metà, a Comuni della provincia di Macerata. Per quanto riguarda le Sae (soluzioni abitative in emergenza), dalla ricognizione effettuata lo scorso giugno, ne risultavano in totale occupate 1.907 nelle Marche, di cui 1.649 si trovano nel Maceratese. Tra i 9.619 sfollati, 6.102 percepiscono il contributo (ex Cas, attuale Cda), 3.205 vivono nelle Sae, 293 nelle strutture invendute (alloggi Erap) e 19 in quelle sociosanitarie. I dati, forniti dalla Regione, vedono Muccia, Castelsantangelo sul Nera, Visso, Ussita e Pieve Torina con le percentuali più alte di persone fuori casa in rapporto alla popolazione (Istat). Muccia, su un totale di 863 residenti, ne conta 107 in Cas (percepiscono il contributo di autonoma sistemazione) e 331 nelle casette. A Castelsantangelo sul Nera, su 248 abitanti, 23 sono in Cas e 99 nelle Sae. A Ussita, su 395 abitanti, 44 in Cas e 156 nelle Sae. A Pieve Torina, su 1.352 abitanti, 188 in Cas e 418 nelle Sae.

A Camerino, città simbolo del sisma, su 6.692 abitanti, 1.474 sono fuori casa, il 22% (l’anno scorso il 25,4%). Zoomando, 888 percepiscono l’autonoma sistemazione e 564 vivono nelle casette, 22 nelle strutture invendute. A Tolentino, su 18.772 abitanti, si contano 1.344 terremotati, di cui 1.306 in Cas; è l’unico Comune che non ha scelto le casette ma gli appartamenti veri e propri. A fine maggio è stato sgomberato e chiuso il villaggio container di via Cristoforo Colombo, in piedi dal 15 gennaio 2017. Ora l’area ospita la cittadella sanitaria. San Severino, su 12.304 abitanti, ne ha 555 in Cas, 183 in Sae e 13 nelle strutture invendute. Dal primo settembre – ovvero da quando è cessato il Cas per chi, al momento del terremoto 2016, si trovava in affitto – in tutto il cratere sismico comprendente Marche, Abruzzo, Umbria e Lazio, non vengono più versati così 2.133 contributi; per ciascun nucleo la media era di 700 euro al mese. Per un totale di un milione 500mila euro circa al mese, che va moltiplicato per dodici mesi. Questo significa un risparmio di soldi pubblici pari a 18 milioni di euro l’anno.