di Paola Pagnanelli
Una banda specializzata nei furti di opere d’arte è stata sgominata dai carabinieri del nucleo per la tutela del patrimonio culturale di Bologna. Un centinaio di pezzi tra dipinti, sculture e arredi sacri sono stati recuperati, e cinque campani sono finiti in manette. Tra di loro, anche i due che nel maggio 2018 tentarono il colpaccio nella villa della famiglia di Papa Pio XII, a Botontano di Cingoli. I cinque sono stati fermati tra Brescia, Napoli e Asti, tutti hanno precedenti. Altre 12 persone sono state denunciate. Al centro dell’inchiesta c’era una serie di furti di beni culturali commessi tra il 2017 e il 2018 in negozi di settore, ville, musei, chiese e abitazioni private tra l’Emilia Romagna, la Lombardia, il Piemonte e le Marche, appunto a Cingoli. Le indagini sono partite da un furto compiuto a settembre 2017 nel magazzino di un antiquario a San Lazzaro di Savena (Bologna), dove furono sottratti oltre 30 dipinti e altri oggetti antichi per un valore di oltre 100mila euro. Gli accertamenti, svolti anche con intercettazioni telefoniche e ambientali oltre a verifiche tramite la banca dati dei beni culturali rubati, hanno portato i carabinieri fino ai cinque indagati. Oltre a quello all’antiquario bolognese, il gruppo è accusato anche di altri furti: numerosi dipinti, sculture, statue raffiguranti personaggi del presepe napoletano, lampadari e altro rubati da una dimora storica nel Bresciano, a novembre 2017; beni ecclesiastici trafugati dalla chiesa di San Tommaso Apostolo a Bondeno di Gonzaga (Mantova) a marzo 2018; altri beni sottratti dai magazzini di un antiquario in provincia di Asti ad aprile 2018; un pozzo in mattoni in stile neogotico fatto sparire da una dimora storica in provincia di Vercelli a febbraio 2018. A maggio 2018, era andato male il colpo nella villa Castiglioni a Botontano. Ciro Barbato e Vincenzo Di Mauro erano stati bloccati dai carabinieri, insospettiti dal furgone con targa riconducibile a un napoletano. All’interno, erano stati caricati già due candelabri del 1800 e una plafoniera da giardino. I due campani stavano prendendo altri oggetti, ma ai loro polsi erano scattate le manette. Per quel tentato furto, sono stati condannati in primo grado a due anni di reclusione. Tra i beni che ora sono stati recuperati ci sono 40 dipinti, 14 sculture e 53 oggetti di antiquariato. Il valore complessivo dei beni sequestrati è stimato dall’Arma in circa 350mila euro. Della banda facevano parte anche le mogli di due componenti del sodalizio, indagate per furto.