
L'Abbazia di Rambona
Pollenza (Macerata), 1 aprile 2025 - Ignoti sono entrati nell’Abbazia di Rambona, a Pollenza, inagibile e chiusa dal terremoto del 2016. Il complesso edilizio è costituito da cripta, villa ed ex aula carolingia. Già altre volte, dopo il sisma, i malviventi si erano intrufolati nella casa ma questa volta, ed è la prima, sono arrivati nella cripta. Hanno forzato l’ingresso e poi hanno rovistato nei vari spazi.
È stato il parroco, che controlla periodicamente l’area, ad accorgersi dello spiacevole episodio. Si sarebbe verificato negli ultimi giorni. Sebbene non ci sia più nulla di valore all’interno da rubare, resta il fatto che qualcuno si è introdotto in un luogo di culto, un edificio di grande rilevanza storico-artistica, di cui non si conoscono ancora i tempi della ricostruzione. Ieri non era stata ancora sporta denuncia dai carabinieri; in passato erano già state fatte segnalazioni. Nei mesi scorsi era stata lanciata anche una raccolta firme, cartacea e online, per la protezione e la salvaguardia dell’Abbazia, per accendere una luce. Sono state registrate ben 10mila adesioni, che saranno consegnate proprio oggi alle autorità competenti. Prima firmataria, l’associazione Arte per le Marche, e altre associazioni, come la Pro Rambona -nata nel 1998 per promuovere attività in questa frazione pollentina, che continua a prendersi cura dell’area-, la Pro Loco Corporazione del Melograno e i cittadini.
“Le infiltrazioni d’acqua mettono a rischio un immenso patrimonio artistico e architettonico – è spiegato nella raccolta firme -. Un gioiello del patrimonio culturale, religioso e storico chiuso da troppo tempo e in stato di rovinoso abbandono. Riconosciuta come monumento nazionale fin dagli inizi del ‘900, l’abbazia rappresenta un pezzo fondamentale della nostra storia e della nostra identità. Ma, nonostante il suo inestimabile valore, per anni è stata trascurata e oggi rischia di scomparire. È perciò urgente prendere provvedimenti per proteggere e restaurare questo importante bene culturale: la sua perdita sarebbe una perdita per tutti noi e per le future generazioni. La storia, la cultura e l’identità di un popolo meritano di essere tutelate e valorizzate””. L’intervento di riparazione strutturale è stato trasferito dalla competenza del Mibac (Ministero per i beni e le attività culturali) alla Diocesi di Macerata col decreto del 30 dicembre 2020.