LUCIA GENTILI
Cronaca

Terremoto Fermo, la terra continua a tremare. Boato e poi una scossa di 4.0: "Sembrava un’esplosione"

Epicentro nel Fermano. Pompei, sindaco di Monte San Martino: "Tutti in strada, ma nessun danno". Il professor Tondi: "Magnitudo tipica di quella zona, ripeto che il vento caldo non c’entra nulla"

Scossa di terremoto di 4.0 nel Fermano. Nel riquadro il professore Emanuele Tondi

Fermo, 15 novembre 2023 – La terra continua a tremare, e questa volta in una zona diversa. Una scossa di magnitudo 4.0 con epicentro a Montelparo, nel Fermano, a una profondità di 22 chilometri, è stata registrata ieri alle 17.17. Una "botta" forte ma breve, avvertita bene anche in tutto il Maceratese. Dal capoluogo di provincia all’entroterra, in particolare nelle zone a confine con la provincia di Fermo. Pochi secondi, ma sufficienti a risvegliare il timore nella popolazione maceratese. "Come il rumore di un’esplosione – ha detto il sindaco di Monte San Martino, Matteo Pompei – un’onda d’urto brevissima. E le persone sono uscite in strada. Abbiamo disposto i sopralluoghi con i dipendenti, per sicurezza. Per ora tutto ok".

Paura anche a Penna San Giovanni. Nessuna segnalazione né chiamate ai vigili del fuoco del comando provinciale. "Un ipocentro piuttosto profondo, a 22 chilometri, tipico della zona marchigiana esterna – ha spiegato il professore Emanuele Tondi, geologo e direttore della sede Ingv di Unicam (nonché attuale prorettore vicario) – dove la pericolosità sismica è minore rispetto a quella dell’Appennino. Terremoti di magnitudo tra 3.0 e 4.0 si verificano frequentemente in queste zone, a volte la crisi sismica è caratterizzata da più terremoti di piccola magnitudo (sciami sismici); altre volte si rileva un evento principale e singolo, con poche o nessuna replica (aftershocks). La profondità è più elevata rispetto ai 5-10 chilometri tipici dell’Appennino, area dove sono possibili terremoti di elevata magnitudo, come quelli del 2016. Nella zona di Montelparo, anche storicamente, i terremoti non hanno mai raggiunto magnitudo importanti, raramente intorno a 5.0, poco a nord e a sud". Infine, come ogni volta, il professore ha ribadito che la presenza del vento caldo non c’entra nulla col sisma, non c’è alcun nesso tra i due fenomeni.