La psicologa: "Richieste di aiuto in aumento"

Marilungo: i bulli nascondono un disagio forte, le famiglie non sottovalutino l’importanza di certi gesti

La psicologa: "Richieste di aiuto in aumento"

La civitanovese Katia Marilungo, psicologa-psicoterapeuta e presidente dell’Ordine degli psicologi delle Marche

"I bulli nascondono un disagio forte". La dottoressa di Civitanova Katia Marilungo, psicologa-psicoterapeuta presidente dell’Ordine degli psicologi delle Marche, solleva l’attenzione anche sui "carnefici". Senza dimenticare gli spettatori. "Assistiamo a un aumento dei casi e delle richieste di aiuto perché se ne parla di più – spiega –. È stato fatto un grande lavoro di sensibilizzazione e informazione, come per la violenza di genere. Gli episodi non sono diminuiti, anzi. L’aggressività è accompagnata anche dal cyberbullismo, che passa attraverso altri canali ed è molto pericoloso. Mentre il bullismo si può focalizzare nel tempo e nello spazio e, purché sempre doloroso, finisce lì. Il cyberbullismo è totalmente fuori controllo, non ha limiti di spazio e tempo, un ragazzo può anche trovarsi in un luogo sicuro, a casa, ma esserne comunque vittima. Quando una cosa viene messa online può restarci per lungo tempo. Di contro, è più semplice denunciare i responsabili perché lasciano tracce. Bisogna ricordare che compie un reato anche chi condivide e fa girare video con atti di violenza e bullismo". Marilungo sottolinea però, prima della punizione, l’importanza di comprendere il disagio degli stessi bulli, anche in un’ottica di prevenzione. "I bulli sono difficili da intercettare – prosegue –, hanno un pubblico omertoso, e spesso connivente. Agiscono lontano da chi potrebbe punirli. Quando accadono questi episodi, le famiglie dovrebbero sensibilizzare su un aiuto psicologico: l’appello è affinché non neghino il problema e non sottovalutino l’importanza di questi gesti. Oltre ad aver fatto del male, questi ragazzi nascondono un grande disagio. Bisogna cercare di recuperarli, aiutarli a gestire la rabbia, le emozioni, la sofferenza". Quali sono però i campanelli di allarme da riconoscere in chi è vittima? "È molto difficile, le vittime tendono a evitare di parlarne per vergogna. Si può notare però una rinuncia alle attività proprie della quotidianità, un ritiro sociale, dalle attività sportive – conclude la psicologa –. Spesso il nostro intervento è richiesto alle medie e alle superiori. La massima tutela per chi denuncia deve essere prioritaria. La psicoterapia, il lavoro sul trauma, sul dolore, se fatti tempestivamente possono essere risolutivi".