"Rispetto all’anno scorso, c’è stato un aumento di 12 famiglie tra quelle cadute in povertà, e alle quali doniamo ogni mese un pacco alimentare. Ma il dato preoccupante è che nel passato erano perlopiù persone extracomunitarie, mentre adesso sono aumentati i nuclei familiari del posto, e cioè italiani, che chiedono aiuto". A dirlo è Giampiero Cappetti, presidente dell’associazione "Porto Recanati Solidale".
Sabato scorso, i volontari della sua associazione hanno consegnato pacchi di generi alimentari a diverse famiglie indigenti della zona, in occasione delle festività natalizie. "È un’iniziativa svolta insieme con la Croce Rossa del comitato di Porto Potenza e ai servizi sociali del Comune di Porto Recanati – spiega Cappetti –. Abbiamo consegnato questi pacchi alimentari a una trentina di famiglie, che ci vengono indicate in base all’Isee. A ciascuna abbiamo dato olio d’oliva, pasta, riso, biscotti, latte e cibo in scatola, aggiungendo panettoni e pandori per far respirare anche a loro l’aria del Natale. Tuttavia – osserva – i poveri non sono solo questi. Spesso l’Isee è un indicatore parziale, perché si riferisce all’anno precedente e non tiene conto di chi ha da poco perso il lavoro. Per questo motivo, ormai da anni, seguiamo altre famiglie sparse tra Porto Recanati, Recanati e Potenza Picena che altrimenti non avrebbero alcun diritto di ricevere tali aiuti, stando solo all’Isee". E proprio quest’ultimi nuclei familiari sono purtroppo in aumento. "Pure in questo caso sono una trentina – riprende Cappetti –. Ma la percezione è che la povertà stia dilagando sempre di più. Infatti, negli anni passati la maggior parte di loro era di origine straniera, come i profughi ucraini. Invece, attualmente il grosso dei nuclei familiari che ricevono il pacco alimentare sono italiani".
Nel frattempo l’associazione portorecanatese sta proseguendo con altre attività umanitarie. "Domenica ci siamo mossi distribuendo degli indumenti pesanti per l’inverno – osserva ancora Cappetti –. Abbiamo giacche, sciarpe, cappelli e maglioni, oltre a lenzuola e coperte. Però i nostri aiuti continueranno non solo in Italia, ma anche all’estero: il 9 gennaio ci recheremo nel confine turco-siriano, a Kilis, per aiutare i profughi che si sono rifugiati là. Stesso discorso vale per la Palestina, dove ci siamo attivati di recente per portare soccorso".
Giorgio Giannaccini