La chiesa di San Vito nel degrado

La denuncia dell’ormai ex consigliere Mariani: "Monumento storico in balia di ratti e umidità. Un peccato"

La chiesa di San Vito nel degrado

La chiesa di San Vito nel degrado

La chiesa di San Vito, uno dei monumenti storici delle Marche, versa in condizioni di degrado impressionanti. Il problema viene sollevato dall’ormai ex consigliere della Lega Benito Mariani, in occasione dell’apertura dell’edificio religioso, di proprietà del Comune, che vanta la bellissima facciata del Vanvitelli, due volte all’anno, e precisamente nel periodo Pasquale e nella giornata del patrono della città, San Vito martire, che cade il 15 giugno. Mariani denuncia che "oramai la chiesa è in completa balia dell’umidità, dei ratti ed altri animali". Il consigliere ricorda che il complesso storico della chiesa di San Vito si apre sul giardino dell’antico orto dei Gesuiti e che l’edificio ospita, oltre alla scuola primaria, la scuola dell’infanzia a piano terra e la scuola secondaria di primo grado al primo e secondo piano e solo una parete divide le scuole dall’edificio della chiesa avendo, appunto, tetti e pareti contigue. Premessa indispensabile per rappresentare lo stato attuale dell’edificio religioso che "mostra delle brecce sul tetto, finestre con vetri rotti nei piani soprastanti la parte adibita al culto, seppur solo in alcuni momenti dell’anno (festa di San Vito e venerdì Santo), da cui entrano piccioni, ratti ed altri animali che trovano un rifugio e riparo sicuro anche per riprodursi in tutta tranquillità. In diverse occasioni ho segnalato la questione in consiglio comunale, ma senza riscontro. "Elevato quindi – afferma l’ex consigliere – è il rischio di contatto tra i ratti, i loro escrementi e quelli dei piccioni, con chi ha modo di partecipare ai momenti religiosi, e pure con gli alunni negli spazi comuni e contigui. C’è anche il rischio che questi ratti entrino addirittura all’interno dei locali delle scuole".

Una dimostrazione lampante di come oramai la chiesa, chiusa da anni, fra alterni lavori di tinteggiature e di risanamento dall’umidità e sporadiche riaperture in occasioni solenni, ha finito per divenire sempre più rifugio dei volatili che l’hanno trasformata nella propria abitazione. In alcuni punti del tetto si sono aperte da tempo grosse fessure perché la pioggia e il vento hanno finito per lesionare lo strato di camorcanne. Cosi, le poche opere di risanamento realizzate non hanno impedito che ricomparissero, dopo le abbondanti piogge dell’ultimo periodo, chiazze di umidità nella parete della navata di sinistra e anche in altre parti del monumentale edificio religioso e persino sul pavimento.

Asterio Tubaldi