CAMERINO (Macerata)
Otto anni fa, il 30 ottobre 2016 alle 7.40, la scossa più forte. E Camerino, città ducale e della musica, cambia volto, diventando simbolo del sisma nel Maceratese: ancora oggi conta 1.474 abitanti fuori casa su 6692. Il 22% (l’anno scorso il 25,4%). Il centro storico, dove si estende la zona rossa più grande del cratere, è stato diviso in aree, così da gestire da un punto di vista logistico e temporale i cantieri e i mezzi pesanti della ricostruzione. S’ode rumore di trapani. Svettano le gru. Prove di rinascita. Certo, sono lontani i tempi d’oro in cui il corso pullulava di giovani. Però non è più un borgo fantasma. "Ogni giorno vi gravitano circa 450 persone, tra rettorato, studentato, caserma dei carabinieri", dice Luciano Antonini, uno dei pochi residenti rientrati a casa in centro.
Il nostro viaggio parte dal cuore pulsante: l’università. Unicam. Da quando il rettorato è tornato in centro storico, a febbraio, c’è più vita. "Unicam è stata duramente colpita dal terremoto del 2016, perdendo l’uso dei suoi palazzi storici del centro – spiega il rettore Graziano Leoni -. Ma fuori dalla cinta muraria, le strutture di recente costruzione avevano riportato solo piccoli danni, che abbiamo riparato immediatamente. Basti pensare che a una settimana dal sisma c’è stata una sessione di laurea. Non ci siamo mai fermati". Il primo problema da affrontare era stata la carenza di alloggi. "Dopo le scosse abbiamo ampliato lo studentato grazie alle donazioni delle Province Autonome di Trento e Bolzano e del Land Tirolo. Abbiamo attivato un servizio che consentisse il pendolarismo con autobus in partenza (e ritorno) da città come Senigallia, Ancona, San Benedetto del Tronto, Ascoli Piceno e Foligno. Abbiamo garantito la didattica a distanza molto prima del Covid. E, grazie all’accordo di programma col governo, per i primi anni post-sisma gli studenti non hanno pagato le tasse universitarie. Tutto questo ha permesso la tenuta dell’università, grazie soprattutto al senso di appartenenza dimostrato dagli studenti e dal personale. Gli iscritti sono rimasti stabili e le matricole sono addirittura aumentate rispetto al pre-sisma".
Unicam anche quest’anno è risultata prima tra tutti gli atenei italiani, compresi i politecnici, nelle classifiche Censis con il punteggio di 98,8. Per il quarto anno consecutivo. E ha mantenuto, per il ventunesimo anno consecutivo, anche il primo posto tra gli atenei fino a 10.000 iscritti. "L’aver voluto riportare la sede del rettorato in centro, in un edificio ristrutturato dopo i danni subiti dal sisma – sottolinea il rettore – rappresenta un segnale forte, che significa recuperare le nostre radici storiche. Vogliamo stare al centro della città, anche per stimolare la ricostruzione degli edifici privati", affinché tornino ad esserci più appartamenti in affitto per gli universitari. C’è anche un progetto in campo, quello dello Studentato diffuso. "Poterlo realizzare – ha aggiunto –assicurerebbe il ripopolamento del centro grazie agli studenti, fulcro dell’intera economia cittadina. L’ateneo ha un indotto. E richiama ricercatori da tutto il mondo". "Camerino e la sua università sono un binomio unico, inscindibile – dice il commissario Guido Castelli -. Unicam attuando con risultati eccezionali la propria ordinanza speciale". La prima in assoluto di una lunga serie di ordinanze speciali nel cratere delle quattro regioni terremotate (Marche, Abruzzo, Umbria e Lazio), fatta dall’allora commissario Giovanni Legnini.
"Gli anniversari servono per fare un bilancio, che è positivo con le gru in centro storico – spiega il sindaco Roberto Lucarelli -. Il 2025 sarà l’anno della ricostruzione pubblica. Camerino, insieme alla Diocesi e all’università, punta a diventare ancora più bella e sicura". Entro fine anno sarà approvata la progettazione per il restauro del teatro Marchetti-Palazzo comunale. Per la ricostruzione privata, le domande sono 890, con 590 cantieri autorizzati (oltre la metà per danni gravi) di cui 293 conclusi.