Nelle analisi socio-economiche la Calabria occupa quasi sempre posizioni assai basse in classifica. Spesso, però, la situazione si inverte quando, anziché di beni "monetizzabili", ci si occupa di potenzialità del territorio, della storia, delle tradizioni, o di valori legati alla famiglia e all’amicizia, da cui nascono significative vicende di riscatto e di successo personale. Una di queste storie, caratterizzata da forza di volontà, talento e tenacia, è quella di Francesco Adornato, per un trentennio docente all’università di Macerata, di cui è stato rettore in anni recenti.
Lontano dalla sua Calabria, egli ha sempre continuato a sentire la terra natia "A un tiro di Schioppo", come recita il titolo di un suo libro, che sarà presentato dopodomani alle 18 alla Bottega del Libro di Macerata dall’avvocato Giuseppe Bommarito, in dialogo con l’autore. La locuzione avverbiale utilizzata per il titolo non è stata presa a caso, perché "Schioppo", con la S maiuscola, è il quartiere dove Adornato ha vissuto la sua infanzia, l’adolescenza e l’iniziale giovinezza, prima di lasciare Cittanova per Roma e frequentare l’università. "Lo Schioppo – scrive l’autore – era quartiere popolare, gli uomini in larga parte emigrati e le donne tutte raccoglitrici di olive. Era dura la vita delle nostre madri, già in piedi alle prime luci dell’alba per tirare fuori dal letto un plotone di figli e poi raggiungere con un passo rapido e affannato i lontani uliveti padronali".
Il piccolo borgo calabrese è il punto di congiunzione dei tredici racconti che danno forma al libro, ma il lettore vi può trovare aspetti comuni a molte altre realtà negli anni ’50 e ’60 del Novecento: l’arrivo dei primi apparecchi TV, con le famiglie più fortunate che aprono le loro case ai vicini per vedere insieme le trasmissioni; i ragazzi che durante la settimana cercano di racimolare i pochi spiccioli per il biglietto del cinema la domenica pomeriggio o per lo spettacolo del circo equestre; situazioni personali e familiari spesso dolorose. Racconti scritti in anni diversi e sempre – svela Adornato al Carlino – in prossimità del Natale, per accompagnare "con un ricordo" gli auguri inviati da Macerata a parenti e amici calabresi. L’atmosfera del Natale è sovente protagonista. Un Natale quasi sempre atteso con apprensione e speranze "per il ritorno di figli dispersi nelle periferie del mondo", spesso vissuto in allegria, altre volte con mestizia, occasionalmente segnato dalla tragedia, che l’autore racconta con "delicatezza di scrittura, gentilezza di tratto e levità di linguaggio", come annota, nella prefazione, la giornalista Annarosa Macrì. Le 176 pagine del libro, edito da Città del Sole, sono impreziosite da disegni della pittrice Giosetta Fioroni, unica artista donna in quegli stessi anni della "Scuola Romana di piazza del Popolo" e compagna di vita di Goffredo Parise.
"A un tiro di Schioppo" si legge tutto d’un fiato, lasciandosi trasportare da immagini, sentimenti e sensazioni che l’autore trasmette nel raccontare il vissuto in prima persona e quanto anni più tardi visto o sentito nei viaggi di ritorno allo Schioppo. Il libro è anche testimonianza di come la cultura sia l’antidoto a molti mali e strumento di riscatto sociale. Quando Adornato lascia per la prima volta il suo paese, diretto a Roma, porta con sé due preziosi regali appena ricevuti: un libro tanto desiderato e una penna stilografica. Due "attrezzi" per costruire il futuro di quel ragazzo che consegnava il latte nelle case e metteva insieme i piccoli risparmi per comprare i primi Oscar nell’unica libreria del paese.
a. f.