La battaglia di Serena: "Difendiamo i nostri diritti"

La studentessa Serena Canzonetta di Sarnano partecipa al sit-in per chiedere maggiore sostegno per i disabili secondo la legge 21 del 2018. Denuncia la mancanza di risorse adeguate e la difficoltà nel trovare assistenti, evidenziando la necessità di progetti personalizzati e continuità nei finanziamenti.

La battaglia di Serena: "Difendiamo i nostri diritti"

La studentessa Serena Canzonetta di Sarnano partecipa al sit-in per chiedere maggiore sostegno per i disabili secondo la legge 21 del 2018. Denuncia la mancanza di risorse adeguate e la difficoltà nel trovare assistenti, evidenziando la necessità di progetti personalizzati e continuità nei finanziamenti.

Ha partecipato anche la 28enne di Sarnano Serena Canzonetta al sit-in di lunedì, davanti alla Regione, per "Vita indipendente", il sostegno economico e legislativo per i disabili secondo la legge 21 del 2018. "Abbiamo voluto far sentire la nostra voce – spiega la ragazza, studentessa di Informatica all’Università di Camerino – perché le risorse stanziate dal 2018 non sono sufficienti. E i progetti non sono basati sulle esigenze della singola persona. Ogni condizione è diversa dall’altra. Io ho perso mio padre due anni fa, e ho due fratelli disabili (di cui uno in carrozzina). Il budget è rimasto lo stesso, ma le mie esigenze purtroppo sono cambiate con la morte di papà; un monte ore di 25 ore a settimana di assistenza non basta più. Devo sempre ricorrere alla mia famiglia, ma in questo modo mamma è costretta a non andare a lavoro". Canzonetta evidenzia poi un altro aspetto: la difficoltà di trovare assistenti. "C’è come una sorta di diffidenza verso la disabilità, di paura – dice –. L’ho provato sulla mia pelle. È il primo impatto quando arrivo con la mia carrozzina elettrica. Però piano piano sono riuscita a stringere delle amicizie. Ed è un peccato non poter uscire una sera a cena con un’amica dovendo dipendere sempre da qualcuno". La giovane ha frequentato anche l’Accademia Acca di Jesi, portando a termine gli studi. "Vorremmo solo che siano garantiti i nostri diritti", aggiunge lanciando infine un appello alla Regione: "Soltanto anno per anno sappiamo se e con quante risorse il contributo ci viene rinnovato. Bisognerebbe ragionare con lungimiranza, per permetterci di fare davvero un percorso di autonomia".