Lapide e targa che si contraddicono: l’ultima puntata della sostituzione dell’itinerario ricciano arroventa ancora di più la polemica negli ambienti politici e culturali di Macerata. Stavolta soffiano sul fuoco l’ex assessore comunale Federica Curzi e la capogruppo consiliare del Pd, Ninfa Contigiani, prendendo spunto dalla spiegazione fornita dal professor Filippo Mignini sulla situazione creatasi in vicolo Ferrari, dove la vecchia lapide indica la casa natale di Matteo Ricci - che lo studioso ritiene vera e autentica - e dove di recente è stata collocata una targa - che il docente spiega perché erronea - in cui si formulano tre ipotesi sul luogo natio del gesuita maceratese, smentendo il contenuto della lapide. "Si decida di togliere quest’ultima - è stato l’invito di Mignini - o di modificare la targa. Mantenerle entrambe è una forma di autolesionismo di cui Macerata non ha bisogno".
"Posso soltanto immaginare (e da lontano) il sentimento che accompagna la generosa spiegazione del professor Mignini, chiara e dettagliata" sostiene Federica Curzi, assessore alle Politiche giovanili e vice sindaco nella giunta Carancini. "Il docente ha ragione, va evitato alla città un tale autolesionismo - continua -. Invito a leggere l’intervista al professore sul Carlino per avere una prova dell’eleganza e del rigore appassionato con cui si condividono studi e teorie ai fini non tanto di affermare le proprie (sacrosante) ricerche storiche, ma di scongiurare soltanto lo svilimento di questa strana città: che dà i natali a Padre Matteo Ricci, ma che non riesce a valorizzare e fare tesoro dei frutti che questo (e tanto altro) porta alla comunità".
Anche Ninfa Contigiani è perentoria: "Siamo all’assurdo. Padre Matteo Ricci da figura illustre e significativa della comunicazione tra due mondi oltre che concittadino memorabile, viene ridotto ad esponente di bottega". La capogruppo consiliare del Pd poi non esita a puntare il dito contro l’amministrazione Parcaroli e aggiunge: "Oramai, pur di accreditare e di accreditarsi alterano studi scientifici e azzerano risultati di anni di ricerche accreditati a livello nazionale. Un’amministrazione comunale che usa denaro pubblico per anacronismi e cartellonistica di propaganda di una narrazione che non è riconosciuta se non da loro stessi. A Macerata, la destra e il sindaco Parcaroli sono stati capaci anche di questo".