di Chiara Gabrielli
"Si può chiedere alla Soprintendenza l’apposizione di un vincolo come bene di interesse storico-culturale documentale. Intanto, possiamo organizzare un convegno, come momento di discussione pubblica della città, per mettere insieme foto, video e materiali di vario tipo, come locandine e articoli, allo scopo di costituire un dossier da inviare al Mibac". Da giorni l’assessore all’urbanistica Silvano Iommi sta ragionando sulle possibili azioni da intraprendere per ‘salvare’ il Pozzo, storico locale di vicolo Costa numero 5 nel cuore del centro, aperto da 40 anni e tempio della musica e della filosofia, da una morte certa tramite sfratto: la chiusura avverrà entro la fine dell’anno.
La premessa non fa ben sperare: "Si tratta di una questione tra privati – sottolinea Iommi –, peraltro molto complessa dal punto di vista economico". Questo però non siginifica, fa notare l’assessore, che non si possa provare a studiare una maniera per andare incontro ai titolari. Non può esserci un intervento pubblico di tipo economico – spiega – ma il pubblico potrebbe attivarsi per chiedere un vincolo di carattere urbanistico e architettonico per quanto riguarda la facciata, mi riferisco all’ingresso del Pozzo e alle scritte, in modo che la proprietà sa che lì poi non ci può fare un garage". L’idea, poi, è di raccogliere testi, foto e video per "un dossier che documenti la storia e il valore di questo luogo – dice Iommi –. Si può passare anche attraverso un convegno di ricordi, partendo da quando il Pozzo era una birreria con stuzzicchini, la novità cittadina, luogo di incontro, di musica e di eventi culturali per arrivare fino ai giorni nostri. Questa ad esempio è una cosa che il Comune può fare". Inoltre, il Pozzo si trova tra due vicoli, Costa e Consalvi, "tra i più antichi della città. In vicolo Consalvi, ove ora non passa nessuno perché è ridotto malissimo, stanno per partire i lavori di riprogettazione per farne luogo di esposizioni permanenti. Quel luogo, il Pozzo, che è tra i due vicoli, può essere un luogo culturale tipico cittadino. C’è lo Sferisterio cultura ufficiale, e poi ci sono i luoghi di cultura alternativa come appunto il Pozzo e il fatto che si trovi tra due storici vicoli dovrebbe stimolare un investitore illuminato, senza contare che si sistemerà anche la chiesa di San Rocco".
Da tempo l’amministrazione comunale è al corrente del fatto che il Pozzo si sta incamminando verso la chiusura: "Quest’inverno – spiega l’assessore alla cultura Katiuscia Cassetta –, abbiamo incontrato i titolari e li abbiamo ascoltati con un grande magone, c’era anche il sindaco Sandro Parcaroli. É una problematica privatistica, non sono locali nostri, per cui il Comune non ha potere. Detto questo, se però c’è qualsiasi cosa che possiamo fare per aiutarli, noi ci siamo, con gli strumenti che abbiamo a disposizione. Ho sempre frequentato il Pozzo e non posso non evidenziarne lo spessore culturale, un luogo unico che ha promosso la musica dal vivo. Se vogliamo mobilitarci e organizzare un evento di sostegno, io sono la prima ad aderire. Vorrei che quello spazio rimanesse vivo. Se ciò non fosse possibile, però, mi auguro che i titolari non mollino e ripartano in centro da un’altra parte. Il seguito ce l’hanno, hanno un nome e hanno una storia lunga e importante".