Interrogati prima dell’arresto: i due operai restano in silenzio

I fratelli Gianfranco e Francis Trevor Fabozzi, residenti in provincia di Benevento, sono stati arrestati per una serie di furti di rame nel Maceratese, guadagnando 50mila euro. Noti alle forze dell'ordine, sono stati sorvegliati tramite dispositivi Gps e sono ora in carcere.

Interrogati prima dell’arresto: i due operai restano in silenzio

L’ingresso del tribunale di Macerata, dove Gianfranco e Francis Fabozzi. sono stati sentiti dal giudice nei giorni scorsi

Sono in carcere Gianfranco e Francis Trevor Fabozzi, i due fratelli di 41 e 40 residenti in provincia di Benevento arrestati per una raffica di furti di rame: ne avrebbero portati via in otto mesi 70 quintali, presi da case, cimiteri e strutture turistiche, guadagnando 50mila euro. I due, già noti alle forze dell’ordine, sono arrivati nell’alto Maceratese per lavorare alla ricostruzione post sisma. Ma da quanto emerso con le indagini dei carabinieri di Camerino e Tolentino, dopo l’attività nei cantieri si sarebbero depredati al saccheggio dei discendenti in rame, prendendo di mira le zone più isolate del cratere sismico. Dopo i primi sospetti, sotto alle loro auto sono stati collocati i dispositivi Gps grazie ai quali i carabinieri sono riusciti a seguire i loro spostamenti. Così si è visto che i due si trovavano sempre nelle zone dove poi venivano scoperti i furti di rame. Sono 46 gli episodi di cui i due sono chiamati a rispondere. Per loro, il sostituto procuratore Enrico Barbieri ha chiesto la misura cautelare in carcere. Dunque, come previsto dalla riforma Nordio la scorsa settimana sono stati interrogati in tribunale dal giudice Claudio Bonifazi. Entrambi si sono avvalsi della facoltà di non rispondere, il giudice ha disposto le misure e sabato sono stati accompagnati a Montacuto.