FRANCO VEROLI
Cronaca

Insegnante minacciata a Macerata: biglietto minatorio nella cassetta postale

Una docente denuncia ai carabinieri un biglietto minatorio ricevuto a casa. Indagini in corso per identificare l'autore.

Una docente denuncia ai carabinieri un biglietto minatorio ricevuto a casa. Indagini in corso per identificare l'autore.

Una docente denuncia ai carabinieri un biglietto minatorio ricevuto a casa. Indagini in corso per identificare l'autore.

Una insegnante di una scuola superiore della provincia di Macerata ha sporto denuncia ai carabinieri dopo essere stata minacciata tramite un "biglietto" che qualcuno ha inserito nella cassetta postale della sua abitazione. Da quanto è trapelato, nel foglio è scritto un testo, in stampatello, in cui nella prima parte si esprimono giudizi non proprio lusinghieri sul lavoro della docente, con riferimento particolare al modo di attribuzione delle valutazioni, evidentemente non condiviso dall’anonimo estensore della "lettera". Ad un certo punto comparirebbe l’espressione "noi genitori", un plurale maiestatis dietro al quale si nasconde e tende ad estendere ad altri un giudizio che è ovviamente solo suo. Fin qui, però, si tratta di una lamentela come tante, tra l’altro formulata senza averne né diritto, né competenza. Ma è nella parte finale del testo che si trovano espressioni inaccettabili: si evidenzia alla insegnante, infatti, che riparare un’automobile costa soldi, indicando specificamente il modello della sua vettura e di quella di suo marito. Una minaccia chiara: attenta a quello che fai, perché le auto della tua famiglia potrebbero essere danneggiate.

L’insegnante, oltre che sorpresa, è rimasta fortemente turbata e senza parole di fronte a un gesto così grave, ma non ha avuto esitazioni: si è recata subito dai carabinieri per denunciare il fatto. Chi c’è dietro a questo "biglietto"? Un genitore rancoroso, come sembra? Oppure uno studente o una studentessa che si sono spacciati per genitori? Comunque sia si tratta di un fatto grave, che non può essere trascurato, né derubricato ad una eventuale ragazzata. I carabinieri stanno indagando, a partire dalla verifica dei sistemi di videosorveglianza presenti nella zona in cui si trova l’abitazione della docente, che potrebbero fornire immagini utili per individuare l’autore di questo inqualificabile gesto. Si tratta, comunque, di un fatto che fa riflettere, nonostante si aggiunga ad episodi simili o anche più gravi avvenuti in diverse parti d’Italia, con genitori che talvolta hanno persino picchiato gli insegnanti dei propri figli. Oltre all’invasione di campo nell’ambito professionale – sport oggi molto diffuso, visto che c’è chi, grazie anche ad internet, si sente non solo docente, ma anche medico, architetto, ingegnere ecc., senza avere né titolo né competenze –, si evita il confronto e si procede con le minacce. Oggi il dialogo tra scuola e famiglie si sviluppa con frequenza e anche con diverse modalità, comprese quelle telematiche: confrontarsi è sempre possibile. Se si preferisce evitarlo e fare minacce è evidente che le proprie ragioni non reggono.