"Innovare, ma senza stravolgere"

L’architetto Ahmadi, membro di una giuria internazionale in Asia, parla del porto e del centro storico

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Prestigiosa vetrina internazionale per l’architetto civitanovese Arash Ahmadi, che è stato invitato come membro di giuria agli Asia Young Designer Awards (Ayda): un premio di design molto importante in Asia, che punta a far crescere e valorizzare giovani talenti. Ben 18 le Nazioni coinvolte con 2mila progetti presentati nel 2021. Quest’anno, causa Covid, il gran finale degli awards si è tenuto in diretta online.

Ahmadi, cosa significa per lei scovare giovanissimi talenti?

"È interessante vedere il grado di conoscenze e passione che il singolo giovane mette in campo. Ma anche e soprattutto la sua lungimiranza dal punto di vista dell’innovazione e del problem solving".

Essere un architetto italiano è un valore aggiunto all’estero?

"Assolutamente sì. Intanto abbiamo la fortuna di venire dal Paese che più di tutti viene riconosciuto come portatore di bellezza, arte e di ingegno. Chiaro che questa è una responsabilità, perché poi sul campo le abilità vanno dimostrate e all’estero ripongono tante aspettative sui professionisti italiani. Noi ci mettiamo quell’estro in più rispetto ad una concorrenza agguerrita e molto organizzata. Unico neo, dovremmo imparare a lavorare maggiormente in team".

Lo sviluppo urbano di Civitanova è ancora tra i più significativi delle Marche. Quali sono secondo lei le direzioni che si dovrebbero prendere?

"Agli Ayda 2021 ha fatto parlare di sé un progetto che riguarda George Town, in Malesia. Il lavoro si è concentrato su di un isolato della città vecchia. La rigenerazione urbana ha previsto una demolizione e una ricostruzione seguendo linee e sagome degli attuali edifici, aggiornandoli

con nuove tecnologie ed integrandoli in spazi di condivisione per cittadini e visitatori. Ecco, Civitanova ha maturità e potenzialità per un salto di qualità. È una città dove si vive bene, con una bella storia marinara e imprenditoriale, con un caratteristico borgo medioevale. Analizzerei le criticità e svilupperei quelli che sono i punti di forza senza stravolgere l’anima della città, un progetto ben pensato per il porto potrebbe innescare tutto. Fondamentale è ascoltare le persone che vivono la città".

Arash Ahmadi si è laureato a La Sapienza di Roma, dove ha insegnato Tecnologia delle costruzioni e Interior design, conseguendo anche un dottorato di ricerca in pianificazione urbana. Quarantuno anni, nel 2009 ha lasciato l’insegnamento per concentrarsi sulla professione di architetto. Ha quindi aperto il proprio studio a Teheran dove ha progettato alcuni degli edifici più importanti della capitale, città Natale di suo padre Mehdi, amatissimo imprenditore che ci ha lasciati nel gennaio scorso.

Michele Mastrangelo