PAOLA PAGNANELLI
Cronaca

Inglese rapito, pene confermate per la banda

In appello nessuno sconto per i quattro giovani che sequestrarono il 26enne inglese chiedendogli il riscatto: Demilecamps è parte civile

Inglese rapito, pene confermate per la banda

Inglese rapito, pene confermate per la banda

Nessuno sconto di pena per i giovanissimi che, due anni fa, sequestrarono un turista inglese chiedendogli il riscatto. La corte di appello di Firenze ha confermato infatti le condanne emesse in primo grado: cinque anni e due mesi per Rubens Beliga Gnaga di Monte San Giusto e il montegranarese Dona Conte, otto anni per Ahmed Rajraji, e tre anni e tre mesi per Aurora Carpani, questi ultimi lo stesso di Montegranaro. L’accusa per tutti è sequestro di persona a scopo di estorsione. La vicenda era avvenuta nell’ottobre 2021. Sam Demilecamps, all’epoca 26enne inglese, stava completando la sua vacanza in Italia, quando inviò un messaggio ai familiari: "Devo dei soldi a persone molto pericolose. È questione di vita o di morte. Se non rimedio settemila euro, domani sarò morto". Da Londra partì una segnalazione per i carabinieri, e i militari del Reparto operativo di Macerata riuscirono a risalire al punto da cui era partita la richiesta di aiuto: un appartamento a Monte San Giusto. Con un’irruzione, Demilecamps fu liberato. I militari lo trovarono in una stanza, provato e spaventato. Il ragazzo raccontò di aver conosciuto il gruppetto mentre era nelle Marche. Dopo aver passato qualche tempo insieme, lui era ripartito per il suo tour. Mentre era a Firenze, poche settimane prima, lo avevano ricontatto per rivedersi. Ma a Firenze gli amici marchigiani lo avrebbero colpito, sedato, caricato in macchina e portato a Monte San Giusto, dove poi lo avrebbero tormentato con una pistola elettrica e immersioni della testa nell’acqua, per convincerlo a dare loro 7mila euro. Intanto, un altro complice avrebbe preso i bagagli, con soldi, carte di credito e gioielli, dalla stanza di Firenze dove alloggiava l’inglese. I sequestratori erano stati arrestati. Tutti e quattro avevano sempre respinto l’accusa, assicurando di non aver fatto mai nulla di male all’amico: Demilecamps avrebbe avuto un debito con loro, e per trovare i soldi per pagarli avrebbe concordato con i marchigiani di fingere il sequestro. Mai nessuno però gli avrebbe fatto del male. Gli avvocati difensori Levino Cinalli, Vando Scheggia, Umberto Gramenzi e Irene De Simio, hanno chiesto per loro il rito abbreviato, e il tribunale di Firenze li aveva condannati a pene dagli 8 ai 3 anni. Ieri la vicenda è finita davanti alla corte d’appello, alla quale i difensori hanno di nuovo fatto presente incongruenze nella vicenda. Ma le pene sono state confermate. Demilecamps è parte civile, con l’avvocato Michele Zuccaro. È ancora in corso invece il processo di primo grado, in corte d’assise, per il presunto quinto complice del gruppo, Shuayb Athimni.