C’è qualcosa di strano. Che cosa non è facile dirlo, ma c‘è. I dati diffusi dall’Unione nazionale consumatori sull’indice di inflazione del mese di luglio, riferiti alle città monitorate dall’Istat, confermano Macerata come una tra le città dove il carovita corre più veloce. L’indice di inflazione, infatti, è al + 2,2 per cento, e si traduce in un rincaro annuo per famiglia media di 443 euro, un valore che colloca Macerata al nono posto in Italia.
Essere nella top ten, in questo caso, non è certo positivo. Lo è ancor meno se si considera che l’inflazione di Macerata è doppia rispetto alla media delle Marche che, come regione, registra invece un rialzo dei prezzi modesto (+1,1 per cento), trascinato al ribasso da Ancona, dove l’inflazione si ferma a + 0,5 per cento, con un rincaro annuo di 109 euro, e Ascoli Piceno, con un + 0,7 per cento che si traduce in un rincaro annuo di 141 euro.
I dati non indicano i settori in cui i prezzi aumentano di più e, quindi, per capire questa specificità maceratese, è necessaria un’analisi più approfondita. In testa alla classifica c‘è Siena, che, con l’inflazione più alta, + 2,6 per cento, registra anche la maggior spesa aggiuntiva su base annua, 663 euro a famiglia media; medaglia d’argento per Bolzano, con un incremento di spesa annuo di 579 euro; medaglia di bronzo per Rimini che con la terza maggiore inflazione del paese ha una spesa supplementare di 571 euro annui. Poi Parma (+ 1,9 per cento, pari a 516 euro), Padova (+ 1,9 per cento, 488 euro), Trento (+ 1,6 per cento, 471 euro), Pisa (+ 1,8 per cento, 459 euro), Benevento (+ 2,1 per cento, 449 euro). Poi c’è Macerata.
Le città più virtuose sono invece Biella, che segna una variazione dei prezzi nulla su luglio 2023, seguita da Campobasso (+ 0,3 per cento, 62 euro in più), e Caserta (+ 0,4 per cento, 86 euro). Bene anche Ancona e Pavia, rispettivamente quarta e quinta.
Nella classifica delle regioni più "costose", con un’inflazione annua a + 1,8 per cento la più alta d’Italia è il Trentino, che registra a famiglia un aggravio medio pari a 512 euro su base annua. Segue il Friuli Venezia Giulia, dove la crescita dei prezzi dell’1,7 per cento implica un’impennata del costo della vita pari a 402 euro, terzo il Veneto (+ 1,6 per cento e 399 euro). Nelle Marche il + 1,1 per cento vale un rincaro annuo medio di 232 euro, poco sopra la metà dei 443 euro di Macerata.
Franco Veroli