REDAZIONE MACERATA

"In quei versi traspare la tragedia di Auschwitz Così ho capito l’incubo vissuto dai prigionieri"

Gli studenti hanno letto la poesia “Male di mistero“ della maceratese. Daniela Monachesi

Abbiamo letto e riflettuto sulla poesia il “Male di mistero“ tratta dal II Vol. dell’Opera Omnia della poetessa maceratese Daniela Monachesi. Il testo si divide in tre strofe: nella prima si descrive l’aspetto fisico dei prigionieri ad Auschwitz, nella seconda viene descritto l’ambiente e nella terza le emozioni di chi ricorda o visita quei luoghi.

I prigionieri dai corpi magri e tremanti di fame, freddo, fatica e paura hanno la pelle sottile come velo con le ossa che spingono come punte e l’anima, sostanza leggera, pronta a partire.

Quanta pietà e compassione suscita il ricordo di tale immensa tragedia. Al termine ognuno di noi ha scritto le impressioni suscitate. "A me – scrive Liam – ha fatto capire l’incubo che quelle persone hanno vissuto ed altre magari stanno vivendo". Elisa riflette: "Persone innocenti, solo diverse. Quanto dolore possono causare l’ignoranza, l’intolleranza, la cattiveria". Leonardo aggiunge: “Vite appese ad un filo fragile; questo ci fa riflettere anche sulle forme della pazzia che costringe prigionieri deportati a ballare e cantare".

Ci ha colpito il verso relativo alla “danza macabra” e così poi con l’insegnante abbiamo approfondito l’argomento. Abbiamo scoperto tanti documenti che testimoniano come i prigionieri venissero costretti a cantare, in alcuni casi per estremo sbeffeggiamento, in altri per allietare feste di nazisti.

Classe II E