REDAZIONE MACERATA

Il tecnico Roberto Minnetti: "Allenare questi ragazzi ti regala gioia di vivere"

Il civitanovese Roberto Minnetti, allenatore paralimpico, si prepara a competere a Parigi con la nazionale. Affrontare le sfide dell'allenamento di atleti non vedenti richiede dedizione e costanza. La sua esperienza con l'Anthropos lo arricchisce emotivamente.

Il civitanovese Roberto Minnetti, allenatore di Assunta Legnante, è stato otto volte campione italiano nel lancio del martello

Il civitanovese Roberto Minnetti, allenatore di Assunta Legnante, è stato otto volte campione italiano nel lancio del martello

"Come nazionale ci aspettiamo belle soddisfazioni da Parigi". Il civitanovese Roberto Minnetti, allenatore di Assunta Legnante e del settore lanci della nazionale paralimpica, si è imbarcato ieri per la Francia. "Abbiamo lavorato sodo per questo appuntamento, poi – aggiunge – in gara può succedere di tutto. Penso, ad esempio a Tokyo dove per battere Legnante è stato necessario fare il record del mondo (40,83) nel disco quando lei aveva lanciato l’attrezzo a 40,53".

Minnetti, quali sono le difficoltà per un tecnico ad allenare un’atleta non vedente?

"Si pensi che deve fare un giro su stessa, staccare i piedi per terra che è l’unico contatto con il mondo e poi scaricare tutta la forza sull’oggetto senza incappare in nulli. Non c’è altro modo se non fare esercizi, esercizi e ancora esercizi".

Lei da quando è tecnico nel settore paralimpico?

"Ero manager di una multinazionale e nel 2017 sono andato in pensione, non riuscivo a stare a casa sul divano quando mi sono ricordato di una frase di mio padre che mi diceva di restituire dopo avere ricevuto tanto, in quel periodo l’Anthropos mi ha chiesto la disponibilità di allenare Assunta e altri".

È stato un modo per assaporare di nuovo le sensazioni provate da ragazzo?

"Sono state otto volte campione italiano nel martello ed ero stato convocato per Seoul quando ho dovuto rinunciare per infortunio".

Cosa le dà l’attività nell’Anthropos?

"Questi ragazzi ti danno la gioia di vivere. Una persona su una sedia a rotelle o una non vedente chiede solo di essere trattata normalmente e poi ti ringrazia. Dopo ogni seduta sono più ricco a livello emotivo".