LORENZO MONACHESI
Cronaca

Il regalo di Rebecca "Ho salvato una vita donando il midollo osseo Ora mi sento cambiata"

Balloriani, studentessa 23enne di Treia: quando mi hanno chiamata a fare la mia parte ero piena di gioia. Paura? Ero determinata più che mai. Non so chi ha ricevuto la donazione, ho solo potuto scrivergli una lettera.

Il regalo di Rebecca "Ho salvato una vita donando il midollo osseo Ora mi sento cambiata"

di Lorenzo Monachesi

"Donare il midollo osseo mi ha cambiata, non è facile trovare le parole però sento di essere cambiata". La treiese Rebecca Balloriani, 23 anni studentessa di Scienze dell’educazione a Parma, racconta quell’8 marzo 2022 quando il suo gesto ha salvato la vita di una persona. "Ho salvato la vita a qualcuno – aggiunge – e questo mi fa sentire bene, mi rende felice".

Balloriani, lei non sa a chi ha donato il suo midollo osseo, ma pensa mai a chi possa essere?

"Mi chiedo se sia stato ricevuto da un uomo, da una donna, da un bambino, o da una madre, da un anziano. Non lo so e non posso saperlo, però a questa persona ho scritto una lettera che ho consegnato ai medici, ma non ho ancora ricevuto risposta".

Solo una persona su 100mila è compatibile, pensava che un giorno avrebbero potuto chiamarla?

"Mai, ho pensato che sarebbero passati anni, invece quella telefonata è arrivata e mi ha riempita di gioia".

Molti si iscrivono all’Admo perché hanno vissuto il dramma di chi attende una donazione. Lei invece come si è avvicinata?

"Dal 2017 sono donatrice Avis, nel 2018 una dottoressa mi ha chiesto se fossi interessata a diventare donatrice di midollo osseo e ho detto subito sì".

Ha avuto paura di fare la donazione?

"Ero determinata più che mai e lo rifarei pure oggi, anche se per legge potrei farlo solo per la stessa persona o per un familiare".

Molti potrebbero essere frenati dalla possibilità che nella donazione si avverta dolore.

"Non ho sentito nulla. Sono stata a Torrette e la procedura è iniziata alle 8 e si è conclusa alle 13. Prima della trasfusione mi è stato spiegato nel dettaglio cosa sarebbe successo".

A casa cosa le hanno detto?

"Erano emozionati i miei genitori Emanuela e Giorgio, e mia sorella Diletta, perché sanno cosa significa questo gesto. Nel percorso mi sono sentita coccolata e seguita dall’equipe di Torrette, dal Centro trasfusionale di Macerata, dall’Avis Treia".

Lei ha fatto un bel gesto.

"È quanto mi ha detto la dottoressa di Ancona, ma non c’era bisogno di dirlo perché l’ho fatto con il cuore e lo rifarei di nuovo, perché mi sento appagata".

Come mai si è saputo solo ora della trasfusione avvenuta nei mesi scorsi?

"Subito non si può dire, poi l’ho confidato agli amici più cari, all’Avis Treia, al fidanzato Izet, agli amici e l’ha saputo Eleonora Salvatori dell’Admo".

Ha mai pensato come vive chi aspetta con ansia la notizia della compatibilità.

"Per due anni ho frequentato Scienze infermieristiche e ho svolto tirocini, in queste occasioni ho toccato con mano la sofferenza ed essere d’aiuto mi ha fatto sentire bene. Ecco perché invito tutti a donare, a iscriversi all’Admo, all’Avis".

Infine Rebecca Balloriani intende fare dei ringraziamenti. "All’Avis di Treia per l’aiuto offerto da quando sono donatrice, all’Admo per quanto fanno, al Centro trasfusionale di Macerata che mi ha dato ogni informazione e mi è stato vicino, all’equipe di medici e infermieri di Ancona che mi hanno illustrato le procedure. Infine un abbraccio e un grazie alla dottoressa Silvia Cicconi e al tecnico di laboratorio Flavio Domeniconi che dall’inizio alla fine mi sono sempre stati vicini, offrendomi un supporto prezioso".