
Paolo Giordani, docente di filosofia e storia all’istituto Mattteo Ricci di Macerata, è il primo insegnante della provincia ottenere la qualifica di "formatore certificato Google". "È una qualifica – spiega – per professori il cui compito è di formare e supportare gli altri docenti nell’utilizzo dei prodotti Google for education. In Italia oggi ci sono meno di un centinaio di formatori certificati Google e nel mondo più di 4mila". Il mondo digitale è entrato a gamba tesa nella scuola, con la pandemia. "C’è stata una significativa differenza tra la chiusura delle scuole a marzo 2020 rispetto a quanto è accaduto nell’anno scolastico appena concluso – spiega Giordani –. Quando è scoppiata la pandemia, la società mondiale è stata presa alla sprovvista. Nessuno era preparato. La didattica digitale era per la maggior parte degli insegnanti un mondo sconosciuto, ma in poco tempo molti hanno imparato a usare gli strumenti di base per le lezioni a distanza. La situazione è stata diversa, invece, nell’anno appena concluso. Non ci siamo limitati a fornire strumenti essenziali, ma abbiamo costruito percorsi avanzati sulle metodologie innovative, mostrando come utilizzare la tecnologia per una didattica coinvolgente e cooperativa. Pochissimi docenti, un anno e mezzo fa, utilizzavano il computer per le lezioni, ora lo fanno tutti". Per il professor Giordani, l’esperienza è stata positiva per gli studenti, "che hanno affrontato le sfide con grande forza d’animo. Non sono d’accordo con chi sostiene che questi studenti abbiamo perso competenze fondamentali rispetto ai loro colleghi degli anni precedenti. Nessuno come loro ha dovuto affrontare sfide simili e mettere in campo tante energie e tanta flessibilità cognitiva. Ovviamente, non è stato tutto rosa e fiori. Anzi, molti ragazzi hanno vissuto questo periodo con fatica e dolore. La dispersione scolastica, fenomeno che grava sul nostro Paese da ben prima della pandemia, è stata aggravata anche dalla didattica a distanza".