LORENZO MONACHESI
Cronaca

Il Pd e i teatri patrimonio dell’Unesco: "Insuccesso clamoroso della Regione"

I consiglieri Dem bocciano le parole dell’assessore Biondi in Consiglio "Non ha spiegato come si è arrivati dalla lista iniziale di 62 a soli 14 candidati".

Romano Carancini, consigliere regionale del Partito democratico

Romano Carancini, consigliere regionale del Partito democratico

"La prova più palese e attendibile dell’ennesimo insuccesso del presidente Francesco Acquaroli e dell’onorevole Giorgia Latini è stata forse data dalla difesa incerta, traballante e persino imbarazzata che Chiara Biondi (assessore alla Cultura) ha tentato di fare sull’operato della giunta regionale in merito al riconoscimento dei teatri marchigiani come patrimonio mondiale Unesco". È quanto sostenuto in una nota del gruppo assembleare del Pd a margine del consiglio regionale che ha discusso una serie di interpellanze e interrogazioni presentate dai consiglieri Romano Carancini, Fabrizio Cesetti, Micaela Vitri e Antonio Mastrovincenzo sul riconoscimento a patrimonio mondiale Unesco della rete dei teatri storici delle Marche. "È un insuccesso clamoroso – si legge – e difficilmente spiegabile, se non con l’inadeguatezza del centrodestra marchigiano che dimostra ancora di non conoscere il significato della parola cultura". I dem si soffermano sull’assessore Biondi. "Dall’assessore non è arrivata nessuna delucidazione sul percorso svolto dalla Regione Marche e sui criteri adottati dal Ministero attraverso cui è stata ridotta l’iniziale proposta che prevedeva la candidatura di 62 teatri storici marchigiani a soli 14 (tra i quali il Lauro Rossi di Macerata, il Persiani di Recanati, il Mugellini di Potenza Picena, il Feronia di San Severino e il Vaccaj di Tolentino, ndr)". I dem portano alcuni esempi di teatri rimasti fuori. "Pensiamo allo Sferisterio, all’Alaleona di Montegiorgio, al comunale di Cagli o al "Misa" di Arcevia, scrigni architettonici di una bellezza unica. A uscirne penalizzate sono state prevalentemente le aree interne, che da questo progetto avrebbero potuto trarre grande impulso, specie nell’ambito del settore turistico. Crediamo che in cuor loro – concludono dal Pd – anche il presidente Acquaroli e l’onorevole Latini siano consapevoli del fatto che la loro montagna ha partorito il classico topolino. Purtroppo non possono ammettere la verità".