"Con l’ironia esorcizziamo i problemi e le paure che sono dentro di noi. Ridere è una cosa seria". La serata di giovedì all’Asilo Ricci voluta dall’associazione Praxis e dedicata all’arte dell’ironia ha visto due ospiti d’eccezione: si tratta di Riccardo Lombardelli e Alberto Barabucci, meglio noti come "Il Doppiatore marchigiano". I due tolentinati hanno spinto il pubblico a interrogarsi sui temi più svariati, ma l’hanno anche fatto ridere fino alle lacrime. Alla solidissima coppia, che si è fatta conoscere grazie ai video dove compaiono spesso autorità e vip (e che vengono appunto doppiati), viene attribuito più di un superpotere: "Vi sono grato perché quando vedo un vostro video per 5 minuti non penso più a nulla", una delle frasi che si sentono dire, come se i loro ‘cortometraggi’ avessero capacità antidepressive. Chi più chi meno ha potuto sperimentarlo ai tempi del Covid, quando si stava chiusi dentro casa. La loro forza sta nell’ironia spontanea (di cui hanno dato ampia dimostazione per tutta la sera), nella complicità tra loro – "ci capiamo al volo" – e naturalmente nell’uso del dialetto per il doppiaggio (dialetto stretto e ricco di espressioni colorite, per usare un eufemismo). Il risultato: video spesso e volentieri definiti geniali. "Ne avremo 600 – raccontano –, alcuni non li ricordiamo nemmeno. La nostra pagina è una delle più frequentate delle Marche, una bella soddisfazione". Non è tutto qui. "A renderci orgogliosi sono soprattutto i messaggi privati, ne arrivano molti. Uno dei più belli veniva da una persona in Canada, ci diceva che sua nonna è partita da Montelupone 60 anni fa, ora guarda i nostri video e prima ride e poi piange, con la mente torna alla sua infanzia’". Il dialetto riesce ad attivare certi ricordi. "Abbiamo pensato di ampliare il campo usando l’italiano, ma poi ci chiediamo chi ce lo fa fare, va bene così". Dopo gli interventi di Francesca D’Alessandro, assessore alle politiche sociali, e di Paolo Scapellato, presidente Aps Praxis, il Doppiatore ha dialogato con la psicologa e psicoterapeuta Consuelo Fortuna. Tra i temi toccati la libertà e le regole, l’educazione dei figli e il rapporto di coppia. "I ragazzi di oggi sono molto più bravi di noi con l’ironia – commentano – e anche molto più controllati. Noi avevamo più libertà, i genitori non erano mai in casa. Spesso saltavamo la scuola. Oggi i genitori sanno che il figlio non è andato a scuola 30 secondi dopo". A proposito, la loro "attività di doppiaggio" è iniziata proprio quando saltavano le lezioni. "Ci conosciamo dall’asilo – spiegano –, poi da ragazzini abbiamo provato, per gioco, senza aspettarci nulla. Poi, dopo 15 anni, avendo a disposizione il cellulare, ci è venuto naturale ricominciare. L’ironia fa parte da sempre della nostra vita".
Detto ciò, "i ‘no’ servono, fanno bene, bisogna dare dei limiti. Così poi quando finalmente quella cosa si può fare ce la godiamo molto di più". Dalle riflessioni ‘serie’ agli aneddoti e a un certo punto è andata in scena una terapia di coppia decisamente particolare: hanno prelvato dal pubblico marito e moglie per farli parlare dei loro problemi solo che, invece che i due malcapitati, a rispondere per loro erano i due comici. Con esiti esilaranti. Ma il clou è stato nella proiezione di alcuni video: tra questi, quello del Papa che stringe mani a Loreto, quello del cammello che non riesce ad alzarsi e così via, fino alla parodia della famosa pubblicità della pesca. La passione per il doppiaggio non è mai venuta meno. "Certo, non è facile non essere scontati o ripetitivi, ma ce la mettiamo tutta. Spesso è dura perché facciamo lavori impegnativi". Spesso poi i metodi non sono proprio ortodossi. "Per simulare un soffocamento, ad esempio, mi sono fatto premere sulla schiena con le ginocchia", racconta Riccardo. Il pubblico non ha avuto un attimo di tregua. Quello di giovedì è stato il primo di una serie di incontri della Praxis sul tema ‘Ironia, la psicopedagogia del buonumore’: sono in programma il 23, il 30 novembre e il 7 dicembre sempre all’Asilo Ricci.