Il commercialista. Luca Mira presidente Apm

Luca Mira è il nuovo presidente dell'Apm di Macerata, subentrando a Gianluca Micucci Cecchi. Il consiglio di amministrazione è stato rinnovato, con Stefano Fata come vice presidente. La società si occupa di servizi pubblici, in particolare del servizio idrico. Il nuovo vertice dovrà affrontare la complessa questione della gestione idrica nel territorio.

Il commercialista. Luca Mira presidente Apm

Il commercialista. Luca Mira presidente Apm

Luca Mira, presidente dell’Ordine dei commercialisti di Macerata, è il nuovo presidente dell’Apm, e prende il posto prima occupato da Gianluca Micucci Cecchi. Lo ha deciso ieri mattina l’assemblea dei soci che ha rinnovato il consiglio di amministrazione della municipalizzata. Vice presidente è Stefano Fata, anche lui commercialista, consiglieri l’avvocata Leide Polci (nuova entrata), la commercialista Eleonora Lamberti e l’avvocata Angelica Carla Papoviciu Palmieri (entrambe confermate). Come noto, Apm è una società partecipata quasi per intero dal Comune di Macerata e si occupa di farmacie, trasporti, servizi cimiteriali, parcheggi e, soprattutto, del servizio idrico (non solo per la città di Macerata) di cui è uno degli attori protagonisti nella definizione del tormentato percorso che dovrà portare al gesto unico per l’intero territorio dell’Aato 3. Sarà su questo fronte caldo che il nuovo vertice sarà chiamato subito a misurarsi, visto che nell’arco di un anno si sono susseguite assemblee dell’Aato, sono girate diverse ipotesi, si sono formati gruppi contrapposti, senza però che sia stata trovata una soluzione. E’ evidente che l’ipotesi che prevede la cessione del ramo idrico da parte degli attuali gestori, per Apm potrebbe creare non pochi problemi, visto che questo è parte fondamentale dell’asset dell’azienda. L’ipotesi di una società mista tra gli attuali gestori e i comuni, perorata nei mesi scorsi dal sindaco Parcaroli, ma anche da altri, è stata in un primo momento "accolta", ma poi di nuovo lasciata cadere dall’assemblea dell’Aato. Da un paio di mesi è sceso il silenzio. Speriamo che dietro le quinte si stia lavorando per concludere quanto prima, almeno se davvero si vuole che l’acqua resti in mano pubblica.