"I numeri marchigiani sul consumo di suolo dovrebbero indurci a fare scelte di gestione del territorio più lungimiranti" afferma Marco Ciarulli (nella foto), presidente di Legambiente Marche. Nella nostra provincia spicca Civitanova che si è giocata quasi un quarto del territorio (il 23,23 per cento), percentuale superata in regione solo da San Benedetto (37,48%), Porto San Giorgio (37,1%), Gabicce (32,5%), Porto Sant’Elpidio (27,94%), Falconara (27,13%) e Castelbellino (25,33%). "Lungo la costa e nelle città più abitate si continua a consumare suolo – prosegue Ciarulli –. Senza scomodare gli eventi estremi del 2014 o del 2022, dobbiamo prendere consapevolezza che viviamo nell’era dei cambiamenti climatici e che il dissesto idrogeologico ci colpisce da ogni punto di vista: ambientale, della sicurezza individuale e soprattutto economico, quando facciamo la conta dei danni". L’Osservatorio Città Clima di Legambiente, che mette in fila i numeri degli eventi estremi in Italia, nel 2024 ha registrato oltre 350 eventi estremi, parte dei quali anche nelle Marche. "Finché continueremo a gestire il territorio pensando di generare sviluppo solo con colate di cemento per centri commerciali o abitazioni – evidenzia Ciarulli – continueremo a inseguire i problemi e a spendere risorse per riparare i danni post emergenza, quando invece dovremmo iniziare a fare prevenzione, avendo maggiore cura del territorio". In che modo? "Partendo dalla rigenerazione urbana delle aree cementificate e degradate, sino al recupero e realizzazione di nuove aree verdi. Soprattutto, serve una legge nazionale contro il consumo di suolo".
f. v.