GiannangeliDal cuore del centro storico, piazza della Libertà, al cuore dell’altra piazza dell’aggregazione, cioè il centro commerciale Valdichienti, arrivano notizie di imminenti chiusure di attività. E non di negozi qualsiasi, ma di marchi che anche a livello locale hanno raccontato una storia, come Benetton e Sisley, o di luoghi che sono diventati ritrovi di tendenza, come Maga Cacao. Non c’è una data precisa, ma la volontà è quella di andarsene nel giro di qualche mese, seppure con motivazioni naturalmente diverse e non in polemica con la città. La decisione è stata presa semplicemente perché da un lato il gruppo Benetton sta facendo una riconsiderazione generale circa i suoi punti vendita sull’intero territorio nazionale, e dall’altra perché i titolari della golosa cioccolateria hanno deciso di concentrarsi sull’attività nella loro città di origine, Civitanova. Probabilmente in piazza della Libertà aprirà qualcun altro e al centro commerciale Valdichienti le vetrine non rimarranno vuote perché arriveranno nuovi negozi. Tutto a posto, tutto normale, quindi? Forse, poiché il normale avvicendamento ci sta. Però, in ogni caso, il prestigio di chi se ne va e l’apprezzamento ottenuto negli anni dai clienti, invitano a una riflessione. Insomma, le chiusure sono tutte dolorose, ma non tutte sono uguali, vuoi appunto per il marchio, vuoi per il rapporto con la clientela che gli imprenditori hanno saputo costruire. E allora la riflessione cade sulla capacità attrattiva di Macerata, un esercizio che certamente non parte dalla convinzione che la città non lo sia a prescindere, ma al contrario dall’opinione che, se arrivano alcuni segnali, non vanno liquidati superficialmente, bensì interpretati con attenzione. L’atteggiamento più responsabile in queste circostanze, a tutti i livelli, è quello di interrogarsi senza farsi sconti. Perché prevenire (la decadenza) è meglio che curare (anche perché nel frattempo il paziente potrebbe essere spacciato).
CronacaIl campanello d’allarme delle chiusure