Record di avvistamenti di camoscio appenninico, durante il censimento estivo nel Parco nazionale dei monti Sibillini effettuato lo scorso 25 luglio. "I risultati sono molto incoraggianti – ha detto il presidente del Parco Andrea Spaterna – e confermano il successo di una straordinaria operazione, che, insieme ai parchi abruzzesi, sta garantendo la conservazione di questo magnifico animale esclusivo dell’Appennino centrale. Una presenza ormai tangibile che richiama visitatori e fotografi, contribuendo alla promozione del turismo naturalistico nel territorio".
Il biologo del Parco Alessandro Rossetti anticipa cosa accadrà a settembre, con la liberazione in natura di alcuni camosci ospitati nell’area faunistica di Bolognola.
Rossetti, che storia ha il camoscio sui Sibillini?
"Non è noto quando si sia estinto dai monti Sibillini il camoscio appennino, specie ben distinta da quello alpino; le uniche notizie certe riguardano alcuni crani ritrovati nel 1978 da due alpinisti, i fratelli Mari, in una grotta del monte Argentella. Recenti studi condotti dall’Università politecnica delle Marche hanno determinato per questi reperti un’età di circa 3000 anni. Il camoscio appenninico ha sfiorato la completa estinzione nella prima metà del Novecento, quando ne sopravvissero appena una trentina di individui sui monti della Camosciara, divenuti Parco nazionale d’Abruzzo nel 1922. Nei primi anni Novanta sono state effettuate le prime reintroduzioni sulla Majella e sul Gran Sasso, mentre dal 2008, anche grazie a progetti comunitari, il camoscio appenninico è stato reintrodotto nel Parco dei Sibillini".
Quanti se ne contano nell’area maceratese del Parco?
"Nel censimento estivo effettuato lo scorso 25 luglio sono stati osservati 274 camosci, di cui 257 nel settore maceratese del Parco e, soprattutto, nell’area del monte Bove. Il dato conferma la crescita esponenziale di questa neocolonia, ma per la stima complessiva, che nell’autunno scorso era di 400 camosci, i dati dovranno essere integrati con quelli provenienti da altre attività di monitoraggio e dal censimento autunnale".
Come avviene il monitoraggio? E in quale periodo?
"Avviene durante tutto l’anno per osservazione diretta e con l’aiuto di foto/videotrappole; a questo si aggiungono i censimenti, effettuati in simultanea sull’intero territorio del Parco con la collaborazione dei carabinieri forestali e di volontari; in particolare, il censimento estivo ha lo scopo di contare anche tutti i nuovi nati, mentre con quello autunnale, nel periodo degli amori, si contano più facilmente anche i maschi adulti, i quali durante il resto dell’anno restano separati dai branchi".
A settembre quali novità?
"Tra le attività di gestione faunistica del Parco, a fine settembre sarà effettuato il censimento del cervo mediante l’ascolto, nelle ore serali, dei bramiti, cioè dei potenti vocalizzi emessi dai maschi adulti in amore. Da settembre verranno probabilmente programmate anche attività di cattura di lupi a cui saranno applicati collari satellitari, nonché di liberazione in natura di alcuni camosci ospitati nell’area faunistica di Bolognola".