In vista dell’anno giubilare, il vescovo Nazzareno Marconi ha fotografato l’operato della diocesi su temi come l’accoglienza, la pace e la ricostruzione. In un’epoca che vede i fedeli in minoranza nella società, il vescovo sottolinea che "i praticanti in Italia sono un 20%; dobbiamo ragionare in maniera positiva e propositiva, come i missionari. La lingua sta cambiando, la Chiesa deve adattarsi ai nuovi linguaggi. Il Giubileo serva ad accrescere il dialogo e lo studio. Vanno trovate sinergie su valori condivisi. La base è forte, per la programmazione della Diocesi in vista del giubileo la presidenza episcopale marchigiana si sta coordinando con la Regione. È un grande evento di fede e cultura".
Un altro tema toccato dal vescovo è stato quello della ricostruzione post sisma. Dapprima anche le chiese danneggiate erano affidate allo Stato, mentre ora, con la Diocesi a occuparsene, "stiamo compiendo 74 restauri; alcuni sono conclusi, altri cantieri sono partiti e 25 progetti esecutivi sono in fase di approvazione da parte di Usr e Sovrintendenza. Altri progetti sono finanziati dalla Cei, nei prossimi mesi vedremo i risultati". Quindi i progetti di accoglienza migranti della Diocesi: "Collaboriamo da sempre con la prefettura; da un anno e mezzo a questa parte la Caritas ha accolto 600 migranti, alcuni dei quali minori non accompagnati. Attualmente ospitiamo 250 migranti; le associazioni di categoria hanno permesso di trovare lavoro a 80 di loro. Dobbiamo dar loro la dignità dell’occupazione lavorativa".
In tema di lavoro il vescovo Marconi ha sottolineato che "siamo sensibili alle difficoltà delle persone. Da storico dico che nessun modello sociale è eterno; oggi non è facile garantire il lavoro, noi facciamo il possibile. La pace tra i popoli – ha asserito Marconi – è un problema molto complesso. Noi preghiamo e abbiamo interlocuzioni dirette con il vescovo di Kiev e un parroco a Gaza. Raccogliamo fondi, mandiamo aiuti e siamo con questi popoli in comunicazione costante. Macerata ha da sempre una vocazione missionaria", ha detto il vescovo riferendosi alla figura di padre Matteo Ricci. "Da un punto di vista culturale e turistico, il Giubileo è a Roma. Da una prospettiva spirituale invece il giubileo è ovunque. Porteremo, su indicazione data dalla bolla papale, la comunione casa per casa a chi ne ha bisogno".
Con un decreto firmato dal cancelliere don Gianluca Merlini, le chiese decretate giubilari per i pellegrinaggi nella diocesi sono: la cattedrale dei santi Giovanni Battista ed Evangelista, la basilica della Mater misericordiae a Macerata, quella di San Nicola a Tolentino, San Domenico a Recanati, Santa Sperandia a Cingoli, del Santissimo crocefisso a Treia e la chiesa del Suffragio a Porto Recanati. Per i fedeli lì sarà possibile ricevere l’indulgenza giubilare tramite la confessione, la comunione e la preghiera, come indicato nella bolla papale "Spes non confundit", la speranza non delude. L’apertura del Giubileo a Macerata sarà domenica prossima, alle 17, con un pellegrinaggio per le vie del centro. Si arriverà alla chiesa di San Giovanni dove si celebrerà una messa per tutta la Diocesi.