I dieci anni di Centioni "Avventura meravigliosa"

Giuliano Centioni ai saluti. Il presidente dell’Ircr, 75 anni, accanto a lui la moglie Gabriella e i figli Arianna e Massimiliano, due nipoti, già responsabile del laboratorio di radiochimica di medicina nucleare all’ospedale, professore all’Università di Urbino dove faceva anche ricerca, consigliere comunale e provinciale e per 25 anni presidente della società di softball, ora si prepara a lasciare una carica da lui amata, "un’avventura meravigliosa", e portata avanti con passione in questi 10 lunghi anni, anche per via della sua storia personale. Oggi la conferenza stampa di fine mandato. "La storia della casa di riposo parte da lontano – racconta Centioni –. Nel 1588 c’era casa Pancalducci per gli indigenti nell’allora via della Vite (adesso Padre Matteo Ricci). Nel 1800 si trasferì nel convento dei Cappuccini, dove sta l’obitorio ora, poi a Villa Cozza negli anni ‘60. Il progetto fu illustrato nel ’67 da mio padre Ezio alla presenza del ministro Giulio Andreotti. Si chiamava Ircr già nel 1900. Non un’invenzione politica quindi, ma parte della storia della città". Nel luglio 2012, diventa presidente nel solco di suo padre? "Per me non era un momento facile, ma ricordare che quell’ente era stato riorganizzato negli anni ‘60 da mio padre mi ha dato la spinta emotiva per accettare, avevo in mente cambiamenti. Basta con la casa di riposo-ricovero, pensavo a un ente con servizi a 360 gradi alla persona fragile, non solo l’anziano, ma anche il bambino, il malato, chi ha bisogno. Un luogo per un momento di vita diverso, dove l’istituzione offre un’infinità di opportunità, compresa la possibilità di innamorarsi. C’è chi si è innamorato tra gli ospiti e ora ha un compagno accanto. Non un crogiolo di memorie, dunque, ma una moltitudine di emozioni". Quanto è cambiata la situazione? "Fino a 20 anni fa, erano quasi tutti autosufficienti, ora il 90 per cento non lo è. È delicato anche dal punto di vista emotivo, psicologico. Chi non è autosufficiente ma ha ancora la mente lucida si sente in condizione di inferiorità rispetto a personale e visitatori. Perciò è importante che nel luogo l’ospite si riconosca come individuo, a prescindere che stia in sedia a rotelle o a letto, semplicemente una persona che ha necessità diverse rispetto a 10 anni prima. Grande è il lavoro di tutti, psicologi, oss, infermieri, fisioterapisti". Come sono stati questi 10 anni? "Interessanti, pieni, si sono sperimentati e realizzati progetti: la certificazione di qualità, la collaborazione con diversi comuni nella gestione delle case di riposo, Mogliano, Pollenza, Montecassiano, Montefano, Potenza Picena, collaborazioni con Corridonia e Treia come tutor per l’accreditamento con la Regione e con Appignano per lo sportello Informanziani. Poi i servizi come assistenza domiciliare, consegna farmaci, accompagnamento spesa, visite ai musei e pranzo insieme, giornate al mare, giro delle cantine, incontri tra i piccoli dell’asilo e gli anziani, tutto, per farli sentire parte della comunità. Il passo più grande è stata la trasformazione in azienda vera e propria. Le basi le abbiamo gettate nel primo mandato con Ivo Schiaffi direttore generale, la realizzazione nel secondo con Francesco Prioglio direttore. Figura costante e preziosa è stata quella del segretario generale Nazzareno Tartufoli e dei consiglieri Vincenzo Balsamo e Pierpaolo Tartabini". Il ricordo più bello? "Gli artisti che hanno decorato gratis le pareti, le gare di cucina, il Carnevale quando tutti ballano, il post sisma quando abbiamo scoperto che Villa Cozza era a posto o quando con il Covid in una notte la direttrice Eleonora Morelli e il personale hanno riorganizzato tutto, positivi da una parte, negativi dall’altra. Il sistema si adegua alle emergenze ed è merito di chi ci lavora. Non un ricordo solo, ma tanti momenti di gioia messi insieme". Il futuro? "Lascio un’azienda pronta per essere competitiva sul mercato e soddisfare le tante, nuove esigenze che i cittadini richiedono. Credo nel miglioramento continuo, ma penso anche che bisogna andare a cercarlo". Chiara Gabrielli

I dieci anni di Centioni "Avventura meravigliosa"

Il presidente lascia dopo due mandati: fu mio padre a riorganizzare l’ente negli anni ’60 "Abbiamo superato la casa di riposo-ricovero, ora diamo servizi a 360 gradi".