FRANCO VEROLI
Cronaca

I buchi al pronto soccorso. Restano i medici a gettone, conto da 1,3 milioni per l’Ast

Prorogato il contratto con la Nuova Ricerca Agenzia Res per garantire i turni scoperti. Il pubblico non riesce ad assumere ed è costretto a rivolgersi alle cooperative private.

I buchi al pronto soccorso. Restano i medici a gettone, conto da 1,3 milioni per l’Ast

I buchi al pronto soccorso. Restano i medici a gettone, conto da 1,3 milioni per l’Ast

L’esito dell’ultimo concorso è stato deludente: degli otto medici previsti ne sono stati assunti solo quattro, poiché in dieci su quattordici hanno disertato il colloquio per la selezione. I posti vuoti sono ancora tanti e ci sono 170 turni mensili, da 12 ore l’uno, da coprire: 80 per i pronto soccorso degli ospedali di Macerata – Tolentino (35) e Civitanova – Recanati (45), e 90 (30 per ognuna delle tre postazioni) per il Potes 118. Di qui la necessità di un provvedimento urgente "al fine di non interrompere un pubblico servizio e di garantire la continuità assistenziale nei pronto soccorso dei presidi ospedalieri in oggetto, evitando gravi ripercussioni su cittadini/utenti", come ha scritto alla direzione Ast Domenico Sicolo, direttore del Dipartimento di Emergenza – Urgenza. È arrivato così il provvedimento urgente con il quale la stessa Ast ha prorogato per altri sei mesi (fino al prossimo 9 dicembre) il contratto con la cooperativa sociale Nuova Ricerca Agenzia Res, per un importo massimo di spesa di 1.363.950 euro, iva inclusa.

Si tratta dello stesso operatore a cui il 26 giugno del 2023 è stata aggiudicata la procedura negoziata telematica per l’affidamento del Servizio di assistenza medica specialistica nei pronto soccorso e medicina e chirurgia d’accettazione e urgenza degli ospedali di Civitanova, Macerata e Camerino. A dire il vero, rispetto alla scadenza prevista c’è già stata una prima proroga, di un mese, fino al 9 giugno, tempo nel corso del quale si riteneva di poter risolvere il problema assumendo tutti i medici necessari (era in fase di svolgimento il concorso). Ma le cose sono andate diversamente. "Nonostante le molteplici procedure di reclutamento avviate dall’Ast di Macerata (sia a tempo determinato che indeterminato) – si legge nell’atto – non è stato ancora possibile colmare le lacune di personale medico che in passato hanno portato all’esternalizzazione. Nonostante le disposizioni di cui all’art. 10 del D. 34/2023 (che prevedono la reinternalizzazione dei servizi, ndr) non è stato possibile integrare adeguatamente l’organico entro il termine previsto (12 mesi dall’entrata in vigore della norma). Tale impossibilità non è dipesa dall’Ast, ma dalla oggettiva assenza di professionisti sul territorio attestata dall’esito negativo delle procedure messe in atto per tempo dalla Unità operativa per la gestione risorse umane". Un quadro preoccupante. "L’utilizzo del solo organico attualmente impiegato all’interno dell’Ast di Macerata non consente di rispettare gli standard qualitativi minimi previsti per l’erogazione delle prestazioni sanitarie e esporrebbe l’utenza al rischio di disservizi e connessi rischi per la salute". Perciò, "è di tutta evidenza l’oggettiva impossibilità di garantire il servizio con il solo personale interno e l’esternalizzazione del servizio a terzi risulta l’unica via oggettiva materialmente percorribile". E lo resterà se non si faranno scelte che attraggano nuovi medici e valorizzino il lavoro di quell che già ci sono. Certo, la scelta di ricorrere alla cooperativa è emergenziale e non strategica, tanto che l’Ast si riserva di interrompere il rapporto se le criticità rilevate fossero superate. Ma è probabile che si andrà avanti così ancora per un bel po’, con costi notevoli in una sanità a corto di risorse.