LORENZO MONACHESI
Cronaca

I bambini nella Striscia di Gaza: "È un’emergenza continua"

Convitto nazionale Leopardi di Macerata. Intervista a Emanuele Tacconi dell’Onu "Le priorità sono acqua, cibo e cure sanitarie. Ho visto piccoli rovistare alle 6 tra l’immondizia".

La classe 2ª B del Convitto assieme a Emanuele Tacconi

La classe 2ª B del Convitto assieme a Emanuele Tacconi

"Gli ostacoli? Fate che siano solo un passo in più verso l’obiettivo". È quanto ci ha detto tempo fa il maceratese Emanuele Tacconi, che lavora per l’Onu come addetto alla logistica a Gaza, in un incontro avvenuto a scuola prima di partire per la Striscia.

Tacconi, lei lavora a Gaza. Può dirci com’è la situazione dei bambini in zona di guerra? "Vivono male e il sistema educativo è collassato. Non ci sono penne, quaderni, elettricità. Le priorità sono acqua, cibo e cure sanitarie".

Quando si prepara a partire, cosa mette in valigia? "Viaggio leggero, perché i luoghi dove lavoro sono molto instabili e devo essere sempre pronto a scappare. Metto alcuni vestiti, un paio di scarpe e cibo che mi ricordi casa mia, come pasta, ciauscolo, due barattoli di salsa. Poi caricatore del cellulare, asciugamano e spazzolino: se perdi qualcosa, è un grosso problema perché a Gaza, come in tutti gli scenari di guerra, non ci sono supermercati, quindi oggetti di uso comune raggiungono cifre stellari, ad esempio uno shampoo costa 35 euro".

Noi vediamo la guerra in tv, ma corrisponde a quello che vede lei? "Più o meno. Oggi i giornalisti non sono ammessi a Gaza. La guerra interrompe la normalità all’improvviso. Da un giorno all’altro mancano acqua e cibo, infrastrutture e socialità si deteriorano. Ci si può reputare fortunati se si ha una candela. Mi ha colpito vedere bambini rovistare tra le immondizie alle 6 di mattina o dei signori vendere tè davanti alle macerie di Gaza, come niente fosse. Il contrasto tra il buio di Gaza e la frontiera con l’Egitto illuminata a giorno è sconcertante. Si dorme poco, con un occhio sempre aperto. Il ronzio dei droni israeliani è una costante. Il diesel viene regolarmente distribuito ma il grosso serve ad ospedali, per cui ci si abitua a interruzioni dell’elettricità. La crisi aguzza l’ingegno: ho visto motorini modificati dai palestinesi con taniche per farli andare a gas. Molte merci come le sigarette sono vietate a Gaza, ma la gente non ne può fare a meno e paga cifre alte per dei mozziconi".

Non ha paura? È mai stato in grave pericolo? "Tutti hanno paura in un contesto di guerra. È un indicatore che aiuta a prendere certe decisioni. La situazione più pericolosa l’ho vissuta in Somalia, anni fa, quando le nostre auto blindate sono state attaccate a pietrate".

Quali consigli può darci per il nostro futuro? "È importante studiare per trovare se stessi, ispirarsi a buoni esempi, essere leali, non scoraggiarsi, avere un piano B sempre pronto e non chiudersi in ambienti ristretti. Cercate di lasciare il mondo migliore di come lo avete trovato, come diceva Baden-Powell".

Giovanni Mogetta, Tommaso Lippi, Lorenzo Schiaroli, Giulia Cucculelli 2ªB