Germana Russo, giudice del Lavoro del Tribunale di Macerata, ha condannato l’Ast a pagare 80mila euro ad Alfredo Mazza, primario della Cardiologia ad indirizzo riabilitativo dell’ospedale di Camerino dal 19 dicembre 2022 al 30 giugno 2023, come "risarcimento del danno all’immagine ed alla carriera professionale", e 12mila euro come rimborso delle spese legali. Lo ha fatto in accoglimento parziale del ricorso presentato da Mazza, valutando illegittimo il recesso da parte dell’Ast del contratto stipulato con il professionista per mancato superamento del periodo di prova. La scelta dell’Ast, difesa dall’avvocato Luca Forte, si fondava sul fatto che il professionista non avesse raggiunti gli obiettivi stabiliti e che, in buona sostanza, non avesse assolto adeguatamente ai suoi compiti. Il medico invece, tramite gli avvocati Paolo Campanati, Michele Magistrelli e Massimo di Cola, ha documentato che pur essendo in carenza di organico, confermata dall’istruttoria, aveva incrementato i numeri di attività inerenti all’assistenza prestata ai pazienti, nonostante l’anno precedente al suo arrivo ci fossero 4/5 medici, mentre dal momento in cui era entrato in servizio, oltre a lui c’erano solo altri due medici, peraltro in part time. Il riferimento, nella sentenza, al danno d’immagine, ma anche alla carriera professionale, è probabilmente legato anche alla notorietà dello stesso Mazza. Medico campano proveniente dalla Cardiologia dell’ospedale di Sarno, in provincia di Salerno, Mazza era piuttosto noto, in particolare per aver pubblicato, nel 2004, sulla prestigiosa rivista "The Lancet", l’articolo "Il Triangolo della Morte", portando alla ribalta scientifica e sociale la grave crisi dei rifiuti in Campania e la correlazione tra inquinamento ambientale da ecomafia e malattia tumorale. Alfredo Mazza aveva partecipato ad un concorso dell’Ast e si era classificato al primo posto della graduatoria pubblicata il 22 novembre 2022, per essere poi chiamato a sottoscrivere il contratto il 19 dicembre. L’incarico di direttore di struttura complessa (cioè primario) è soggetto a conferma al termine di un periodo di prova di sei mesi. La prassi seguita dall’Ast di Macerata prevede che, entro l’ultimo mese del semestre, il direttore in prova predisponga una relazione sull’attività svolta e i risultati raggiunti. Il direttore del Dipartimento effettua la valutazione di prima istanza, trasmessa al direttore generale dell’azienda, che procede alla verifica di seconda istanza. Se l’esito è positivo, il direttore generale conferma l’incarico; se negativo viene avviata una procedura di verifica da parte del "collegio tecnico". Mazza (il periodo di prova scadeva il 30 giugno 2023) ha regolarmente trasmesso la sua relazione il 23 maggio al direttore del Dipartimento che ha anche acquisito negli uffici e nelle strutture competenti ogni elemento utile per una valutazione approfondita. L’esito, però, è stato negativo. Di conseguenza, il 12 giugno la direttrice dell’Ast, con una nota trasmessa anche a all’interessato, ha avviato la verifica di seconda istanza, nominando il collegio tecnico. Questo il 20 giugno 2023 ha valutato la documentazione e ha ascoltato il dottor Mazza in contraddittorio. Il giudizio però non è cambiato: valutazione negativa. Di qui la decisione dell’Ast di rescindere il contratto, contro la quale Mazza ha poi presentato ricorso. Ora è arrivata la decisione del giudice del Lavoro, rispetto alla quale i legali di Mazza si dicono soddisfatti perché è stata riconosciuta l’illegittimità del recesso e il danno causato all’immagine e alla carriera del professionista. Le motivazioni della sentenza, che probabilmente l’Ast impugnerà, arriveranno tra due mesi.
CronacaGiudice del lavoro condanna l’Ast. Accolto il ricorso del dottor Mazza: "Danno a immagine e carriera"