Tutti e cinque i testimoni sono stati convocati alle 9. E questo in un primo momento ha provocato qualche malumore per l’attesa; sono stati poi divisi in due gruppi. La Carducci e la Pellegrini sono state ascoltate il mattino, mentre i cugini Venanzi e Valori nel pomeriggio, fino a tarda serata. Gli interrogatori sono durati in alcuni casi anche oltre due ore. "Sono sfinita - ha detto la Carducci appena uscita -. Mi è stato chiesto degli incontri con Jeannette, la conoscevo abbastanza bene. Hanno gradito sentire i particolari sulla sua figura, su di lei come persona. Tra me e Jeannette c’era un rapporto di amicizia, conosceva me e mio marito”.
“C’è il segreto istruttorio. Mi auguro comunque che si arriverà ad una conclusione. Non pensavo proprio di essere convocata, però ho risposto volentieri come cittadina, che ha senso di responsabilità, alla richiesta delle autorità. Punto”, ha aggiunto la Pellegrini, presidente dell’associazione culturale Le Antiche Torri di Sarnano, centro linguistico e di ricerca. "Facciamo il nostro dovere di testimoni – ha detto il geometra Nazzareno Venanzi -. Gli interrogatori sono piuttosto lunghi. Nessun dettaglio oltre a quelli che si conoscono. Domande tante, risposte solite. Mi hanno chiesto per quale motivo fosse andata in montagna, ma io non lo so. Ho confermato tutto il verbale con quello che avevo dichiarato a suo tempo. Spesso le testimonianze dell’uno e dell’altro (riferito ai testimoni, ndr) non corrispondono, anche loro si trovano in difficoltà. Ovviamente gli inquirenti non mi hanno detto quali sono le incongruenze. Speriamo bene”.
Il cugino Angelo non ha rilasciato dichiarazioni. "Io ho già detto tutto all’epoca – ha concluso Valori -. Io sono vecchio, ormai saranno morti quelli che hanno ammazzato la baronessa”, ha aggiunto con ironia. Nazzareno la incontrò intorno alle 13, il giorno della scomparsa, in studio, fecero un aperitivo e, secondo la sua testimonianza dell’epoca, la May gli chiese se potesse accompagnarla in montagna nel pomeriggio. Venanzi le rispose che non poteva perché avrebbe dovuto sbrigare pratiche urgenti, ma fece presente che c’era già neve, invitandola a fare attenzione.
Valori, invece, vide le due donne più tardi; passarono al rifugio Sibilla e servì loro un caffè e un punch. “Un uomo robusto le stava aspettando fuori, in auto. Alle 16 iniziava già a fare buio”, ha ricordato i giorni scorsi.
Oggi si procederà con la seconda tornata di teste, tra cui Domenico Panunti di Camerino e Corrado Ermini di Acquacanina di Fiastra, i cacciatori che il 27 gennaio 1982 trovarono i resti della baronessa e della sua segretaria.