Giacobazzi, Pizzocchi e Cevoli. Quando l’unione fa la comicità

Giuseppe Giacobazzi, Paolo Cevoli e Duilio Pizzocchi si esibiscono insieme all'arena Gigli di Porto Recanati in uno spettacolo comico che mescola storie, battute e personaggi, promettendo una serata divertente e variegata. Il trio, nato da un'idea spontanea durante una cena, si definisce rappresentativo dell'uomo comune capace di far ridere e di entrare in sintonia con il pubblico.

Giacobazzi, Pizzocchi e Cevoli. Quando l’unione fa la comicità

Giacobazzi, Pizzocchi e Cevoli. Quando l’unione fa la comicità

L’unione fa la comicità e per averne una dimostrazione Giuseppe Giacobazzi, Paolo Cevoli e Duilio Pizzocchi danno appuntamento alle 21 di oggi all’arena Gigli di Porto Recanati. "Ce ne sarà per tutti i gusti – spiega Giacobazzi – perché io racconto storie, Pizzocchi è più abituato alla battuta, alla barzelletta e ai personaggi, mentre Cevoli ha esordito con un monologo che ha dato vita a un tormentone".

Giacobazzi, come è nato questo trio?

"Ci conosciamo da tanto tempo e avremmo voluto riposarci in estate dopo gli spettacoli invernali, invece a cena abbiamo pensato di fare una serata per rilassarci e l’agenzia ha drizzato le antenne per venderci ovunque, casa per casa".

Cosa è la pataccaggine che sarà portata in scena?

"È un qualcosa insito nei romagnoli. È chi è patacca, gradasso, smargiasso senza averne le qualità e finisce per essere ridicolo".

Cosa succederà quando s’incontreranno l’ignorantezza e la pataccaggine?

"Ecco il connubio perfetto, lì non si saprà chi è la spalla e chi il comico, ci si scambia di ruolo ogni 5 minuti quando saremo in tre sul palco. Sarà una raffica di battute".

Come avete diviso gli spazi dello spettacolo in modo che l’uno non invada l’altro?

"C’è una scaletta. Pizzocchi di solito è il primo, poi io e quindi Cevoli".

Qual è il segreto di questa formazione rappresentativa?

"Forse l’empatia di sentirsi uguali agli spettatori. Non siamo star, non ci siamo dedicati alle sovrastrutture di altri che sono gli eroi o le stelle del momento, rappresentiamo l’uomo comune che ha il dono di far ridere, di entrare in sintonia con l’altro. A volte mi chiedono come vengono in mente le mie storie, ma sono cose vissute e lo spettatore sente tale vicinanza".

Qual è la prova per capire se le sue storie fanno centro?

"La certezza non c’è mai, dico sempre che è una magia. Quando scrivo uno spettacolo porto poi in scena la mia vita e spero che questa gioia sia condivisa dal pubblico e ogni volta spero che vada bene avendo ancora 10 anni di mutuo da pagare".

Lorenzo Monachesi