REDAZIONE MACERATA

Gentilucci e la partita dell’acqua: "No a ricostruzioni capziose"

Il presidente dell'Ato 3, Alessandro Gentilucci, sottolinea l'importanza di una governance pubblica sull'acqua gestita dai Comuni e società operative, ribadendo la necessità di superare le polemiche per garantire una gestione trasparente e condivisa. Attendendo la pronuncia dell'Agcm, Gentilucci evidenzia la strada tracciata dagli amministratori come soluzione condivisa per il futuro del servizio idrico pubblico.

Alessandro Gentilucci, sindaco di Pieve Torina e presidente dell’Ato 3, commenta l’esito dell’accordo sull’acqua

Alessandro Gentilucci, sindaco di Pieve Torina e presidente dell’Ato 3, commenta l’esito dell’accordo sull’acqua

Una governance pubblica sull’acqua fatta dai Comuni e dalle partecipate. In attesa della pronuncia dell’Agcm (Autorità garante della concorrenza e del mercato) che dovrebbe sciogliere anche l’ultima problematica del socio privato di Astea su cui alcuni sindaci sono ancora perplessi, il presidente dell’Ato 3 Alessandro Gentilucci (per mesi in guerra con Sandro Parcaroli, sindaco di Macerata e presidente della Provincia) rimarca come la soluzione adottata dai primi cittadini nel corso dell’ultima assemblea sia la vera strada tracciata, a cui però si sarebbe potuti arrivare anche alcuni mesi fa. "Saranno necessari approfondimenti, ma l’impronta di creare una società che metta insieme i Comuni e le società operative in regola con i requisiti, è quella che meglio può salvaguardare la gestione pubblica dell’acqua, scenario che ho sempre sostenuto e per il quale mi sono adoperato – sottolinea Gentilucci –. Per questo è importante superare le polemiche e non dare adito a ricostruzioni capziose". Gentilucci, insomma, contesta la lettura secondo la quale sarebbe passata la linea Parcaroli. "Ora abbiamo la strada tracciata: a onor del vero – nota Gentilucci –, se l’assemblea del 7 marzo avesse accolto la proposta del sindaco di Civitanova, Fabrizio Ciarapica, di richiedere un parere preventivo alla Corte dei Conti sul modello societario da adottare per la gestione unica del servizio idrico al fine di evitare possibili contenziosi, avremmo compiuto un ulteriore passo avanti. Attendiamo la valutazione dell’Agcm perché sciolga anche la problematica del socio privato di Astea, su cui permangono posizioni differenti tra chi sostiene che non possa permanere nella compagine societaria, perché vietato dalle norme sull’in house, e chi di parere opposto. Tuttavia, aver individuato un percorso che, finalmente, mette tutti d’accordo sul futuro dell’acqua pubblica, mi pare un risultato di non poco conto. Credo sia giusto riconoscere il merito a tutti coloro che hanno lavorato per arrivare a questa soluzione".