LUCIA GENTILI
Cronaca

Macerata, "Sei gay". Botte e insulti sul bus

La denuncia di uno studente: due 21enni a giudizio per percosse e minacce

Un'aggressione

Un'aggressione

Macerata, 19 marzo 2019 - Sale sulla navetta per andare ad una festa d’istituto, quando due ragazzi iniziano a prenderlo in giro perché gay, pontificando sul suo modo di vestire e di essere. Sceso dalla navetta prende un calcio da uno e l’altro lo spinge, facendolo cadere a terra. Ma la vittima, un 18enne residente nella provincia di Macerata, che all’epoca dei fatti era ancora minorenne, malgrado la sofferenza, ha voluto rompere il silenzio: ha sporto denuncia ai carabinieri e la vicenda è finita nelle aule di tribunale. 

Ora sui due «bulli», due 21enni di Tolentino, pendono due procedimenti penali distinti, uno sotto il giudice di pace di Macerata e l’altro sotto quello di Camerino (essendo l’episodio avvenuto durante il tragitto tra Tolentino e San Severino e, alla discesa dalla navetta, a San Severino). Dovranno rispondere dei reati di percosse e minacce in concorso, avendo agito insieme. Sono stati rinviati a giudizio e le due prime udienze si svolgeranno una l’8 aprile e l’altra il 9 maggio. Ci sono anche testimoni che hanno assistito alla scena. 

Lo studente di 18 anni è assistito dall’avvocato tolentinate Lolita Felicetti. L’aggressione risale al 31 ottobre 2018; quella sera il ragazzo era diretto con gli amici ad una festa a San Severino, partendo da Tolentino. 

«Non appena saliti sulla navetta, mi sono accorto che alcuni ragazzi, alla mia vista, hanno iniziato a ridacchiare e ad insultarmi pesantemente chiamandomi “fr...’’ e rivolgendomi altri epiteti del genere – racconta –. Giunti a San Severino, ci siamo incamminati verso l’ingresso del locale in cui si teneva la festa e improvvisamente ho ricevuto un calcio da un ragazzo. Gli ho chiesto spiegazioni sul suo gesto e, senza neanche avere il tempo di sentire la risposta, si è scagliato contro di me un suo amico. Mi ha spinto facendomi cadere».

Il giovane spiega che questi atteggiamenti andavano avanti da un po’ di tempo. «Non era la prima volta che mi insultavano prendendomi in giro. Ho cercato sempre di sopportare i loro atteggiamenti prevaricatori e aggressivi, facendo finta di nulla, ma quella sera sono andati oltre gli insulti…». Lo studente specifica che già in un’altra festa a Tolentino, gli stessi due 21enni lo avrebbero insultato con gli stessi epiteti minacciando di picchiarlo, «cosa che poi è effettivamente avvenuta il 31 ottobre scorso», dice il giovane. 

Per un periodo il ragazzo, intimorito dal fatto che la situazione potesse degenerare, ha avuto paura di uscire di casa e non è andato alle feste, sebbene i suoi amici gli facessero da «scudo». «Con la sua denuncia ha dimostrato invece grande maturità e coraggio, sebbene sia giovanissimo (l’anno scorso addirittura minorenne) – conclude l’avvocato Felicetti –. Vuole andare fino in fondo per lanciare un segnale forte per tutti coloro che vengono denigrati e picchiati e non solo per il proprio orientamento sessuale. Tra l’altro i due bulli l’hanno etichettato solo per il suo modo di vestire e comportarsi. Il mio assistito – conclude l’avvocato – sarà presente al processo. Ha ribadito: “La mia dignità e il mio modo di essere non possono essere comprati’’».