Furti di rame nel cratere sismico, in carcere due fratelli: incastrati con il Gps

I beneventani, impegnati nei cantieri della ricostruzione, sono accusati di aver saccheggiato abitazioni, chiese e cimiteri nelle frazioni isolate

I carabinieri di Sarnano

Sarnano (Macerata) 6 ottobre 2024 – Incastrati con i cellulari e pedinati con il Gps, sono finiti in carcere due fratelli beneventani: di giorno lavoravano alla ricostruzione post sisma nell’alto maceratese, e la sera saccheggiavano il rame da case, chiese e cimiteri dei piccoli paesi. In otto mesi ne avrebbero rubati 70 quintali, per un valore di 50mila euro. Le accuse per loro sono furto aggravato, autoriciclaggio in concorso e trasporto di rifiuti non pericolosi senza autorizzazione.

Le indagini sono partite nel novembre 2023, quando i carabinieri di Sarnano hanno accertato un ingente furto di discendenti in rame da una struttura ricettiva del posto, chiusa per alcuni interventi di ristrutturazione. In breve è stato scoperto che in zona c’erano due fratelli originari della provincia di Benevento, pluripregiudicati per reati contro la persona e il patrimonio. Pochi giorni prima del furto, i due  si erano presentati al proprietario della struttura chiedendo di poterne affittare un’ala per ospitare gli operai della loro impresa edile, impegnata nel cratere sismico. Inoltre, nei giorni successivi al furto i due erano andati in un centro di raccolta di rifiuti metallici della zona, dove avevano portato in più tranche circa 700 chili di rame, ottenendo in cambio circa 3mila euro.

Nella zona, c’erano stati anche altri furti di discendenti in rame dalle abitazioni isolate. Così su richiesta dei carabinieri, la procura di Macerata ha autorizzato l’istallazione di un dispositivo di radiolocalizzazione satellitare sulle vetture dei due. Con il sistema Gps, i fratelli sono stati tenuti sotto controllo nei loro spostamenti. Così è venuto fuori che i due, al termine dei lavori edili nei cantieri, compivano sopralluoghi in montagna, nelle piccole frazioni disabitate dopo il terremoto del 2016. Nel corso di un pedinamento, uno degli indagati è stato controllato a Belforte del Chienti e a bordo della sua auto sono stati trovati circa cento chili di materiali ferrosi; l’uomo dunque era stato denunciato per ricettazione, per illecito trasporto di rifiuti speciali, e anche per guida senza patente e rifiuto di sottoporsi al test antidroga, dopo che gli erano state trovate alcune dosi di stupefacente.

Anche la Compagnia carabinieri di Camerino, indagando su furti analoghi, ha accertato la presenza in zona dei medesimi soggetti in occasione della sottrazione di materiali ferrosi messa a segno a novembre dell’anno scorso al cimitero della frazione Cupi di Visso,

scoprendo anche che i due avevano tentato di vendere il rame a una ditta della provincia di Ancona.

Lo scorso gennaio i beneventani sono stati denunciati dai carabinieri di Camerino, che li avevano fermati in località Frontillo del Comune di Valfornace, mentre erano intenti a recuperare le grondaie di una chiesa e di tre abitazioni.

L’analisi dei dati di traffico telefonico e telematico generati dai cellulari degli indagati e le informazioni fornite dai sistemi di radiolocalizzazione satellitare sulle vetture, hanno permesso di collocare i due nei luoghi dove i furti erano avvenuti. Le convergenti indagini condotte da militari delle Compagnie di Tolentino e Camerino, diretti dal maggiore Giulia Maggi e dal capitano Angelo Faraca, hannno permesso di accusare i due campani di 46 episodi delittuosi, per i furti di discendenti e grondaie in abitazioni private e cimiteri, da ottobre 2023 a maggio scorso, a Sarnano, Visso, Serravalle di Chienti, Monte Cavallo, Muccia, Belforte del Chienti, Fiastra e Valfornace. La quantità complessiva di rame trafugato è di circa 70 quintali per un valore di oltre 50 mila euro. I due sono anche accusati di autoriciclaggio del rame nelle ditte di smaltimento di rifiuti in provincia di Caserta, Ancona e Fermo, oltre al reato ambientale di trasporto di materiale senza la prescritta autorizzazione.

Alla luce di quanto emerso, su richiesta della procura il giudice per le indagini preliminari di Macerata ha emesso un’ordinanza di custodia

cautelare, disponendo l’arresto dei due indagati. I fratelli ora si trovano in carcere a Montacuto, in attesa dell’interrogatorio di garanzia.