"L’appalto per il primo stralcio dei lavori al fosso Acquabona è stato affidato un anno dopo rispetto a quando il Comune aveva ricevuto i finanziamenti regionali. E perché nel progetto non compare più la vasca di laminazione, per la quale erano stati concessi i fondi? È probabile che i danni portati dall’alluvione siano stati causati dallo stato di quel fosso". Ad affermarlo è l’avvocato Michele Bianchi, ex consigliere comunale di Porto Recanati, che lancia un feroce j’accuse verso l’assessore ai lavori pubblici Lorenzo Riccetti. E lo fa parlando dei recenti allagamenti in città.
"Non scendo in valutazioni riguardo alla tesi dell’amministrazione – dice Bianchi –, che individua nella chiusura del canale Fiumarella la causa dell’esondazione. Però, alla luce della determina del primo ottobre sui lavori di adeguamento idraulico del fosso dell’Acquabona, ho delle riflessioni. Credo che gran parte del fango confluito sulla statale non sia fuoriuscito dalla sola Fiumarella, ma sia il risultato della scarsa capacità di portata del fosso Acquabona. A settembre 2019, il Comune incaria l’ingegner Gigli di redigere un progetto per contenere il rischio idrogeologico sul fosso dell’Acquabona e si procede in tre stralci: la realizzazione vasca di laminazione nei pressi del cimitero, un’altra vasca di laminazione nella zona Peep3 e la pulizia del fosso. Il 30 settembre 2021, il Comune presenta la domanda al bando con il progetto di Gigli – prosegue Bianchi –. Per inciso, l’assessore Riccetti si è voluto fregiare del merito di aver vinto questo bando, ma la sua amministrazione si è insediata solo a ottobre del 2021".
Il 2 ottobre 2023 la Regione assegna a Porto Recanati 272mila euro per l’intervento di adeguamento idraulico del fosso Acquabona – 1° stralcio funzionale (vasca di laminazione). "Ma a luglio 2024 – prosegue Bianchi – la Regione invia una nota al Comune, invitandolo a procedere all’appalto per l’intervento entro il primo ottobre, pena la decadenza dal finanziamento. E il primo ottobre viene affidato l’appalto, ma nel progetto non è contemplata la vasca di laminazione. Come mai? Si prevedono solo il taglio della vegetazione, le opere di sistemazione e ingegneria naturalistica. Insomma quello che nel progetto iniziale doveva essere l’ultimo stralcio di intervento è diventato il primo". Perciò, Bianchi si domanda: "Siamo sicuri che in caso di nuovi fenomeni meteorici, la situazione migliorerà? Che fine hanno fatto le vasche di laminazione? I soldi erano già disponibili a ottobre dello scorso anno, perché attendere l’ultimo giorno utile per affidare l’appalto?"