MARISA COLIBAZZI
Cronaca

Focolaio Covid a Barcellona: altri studenti positivi dopo le vacanze

Focolaio a Barcellona, contagiati pure cinque dei 13 studenti già tornati a casa. I civitanovesi confinati in Catalogna: "Febbre e mal di testa"

Turisti con le mascherine in un aeroporto (foto d’archivio)

Turisti con le mascherine in un aeroporto (foto d’archivio)

Macerata, 11 luglio 2021 - Stanno bene i cinque ragazzi confinati in un appartamento situato a un chilometro e mezzo dal centro di Barcellona, dove stanno trascorrendo la quarantena essendo risultati positivi al Covid. Erano in Spagna per il viaggio della maturità insieme ad altri 13 coetanei (tutti ex studenti del ‘Da Vinci’ di Civitanova) che, invece, con un tampone rapido negativo, sono potuti tornare in Italia, dove si sono messi in isolamento volontario. E meno male perché, un paio di giorni dopo il loro rientro, sono stati richiamati dall’Asur per un tampone molecolare, e cinque di loro (due del Maceratese e tre del Fermano) sono stati trovati positivi anche se, scomparsi i pochi sintomi riconducibili al contagio, stanno bene. Positivo anche un altro ragazzo civitanovese, rientrato da Malta: negativo dopo il test rapido nell’isola, il giovane (che faceva parte di una comitiva di 150 coetanei) si è sottoposto al molecoare dopo il rientro a Civitanova, risultando positivo. Stanno bene anche i loro amici rimasti a Barcellona: Noemi e Ilaria di Monte Urano, Edoardo di Sant’Elpidio a Mare, Marco e Matteo di Civitanova. "Il giorno prima di partire per l’Italia – raccontano i cinque – tutto il gruppo aveva fatto il tampone rapido in un laboratorio privato, giusto per precauzione (avevano tutti una dose di vaccino, tranne uno che è risultato negativo, ndr) e noi eravamo positivi. Avevamo già qualche sintomo, una lieve febbre, mal di testa, raffreddore". Una volta avuto il responso, "siamo andati in appartamento e ci siamo messi in isolamento rispetto agli altri che, invece, erano negativi e, quando questi sono partiti, siamo rimasti qui e abbiamo chiamato una clinica per il tampone molecolare. Al Consolato italiano – proseguono – ci avevamo detto di rivolgerci a un servizio che è il corrispondente delle nostre Asur per denunciare la positività. Ma noi non possiamo uscire, né potevamo chiedere ai nostri amici perché erano già andati via". I ragazzi si sono anche rivolti a un ‘hotel dei positivi’ "dove vengono dirottati i positivi al Covid, ma non c’erano più posti". Per trovare una sistemazione sono stati aiutati a distanza dai genitori che hanno affittato un appartamento, inviando medicinali e vettovaglie da casa, "ma anche noi ci siamo arrangiati come meglio potevamo". Come avevano raccontato ieri sul Carlino i genitori, "ogni richiesta di aiuto alle autorità sanitarie locali è rimasta inascoltata e i nostri ragazzi si sono arrangiati come potevano per avere medicine e cibo". Ancora più sconcertante e preoccupante per i genitori è che "non sono state le autorità spagnole a bloccarli, ma i nostri ragazzi, e noi genitori con loro, a voler restare per la quarantena. Fossero stati meno responsabili, avrebbero potuto prendere il bus, salire sull’aereo, contagiando chiunque, e tornare a casa". Difficile dove possa essere avvenuto il contagio, considerato che sui mezzi pubblici o in altri luoghi gli assembramenti sono difficili da controllare. Adesso, Noemi, Ilaria, Matteo, Edoardo e Marco aspettano con ansia l’esito del prossimo tampone, sperando di essersi negativizzati e di poter tornare a casa. La stessa aspettativa dei loro cinque amici ‘positivi’ che a casa ci stanno già da qualche giorno, ma in isolamento.