PAOLA OLMI
Cronaca

Festa grande ai Cappuccini. La chiesa torna a vivere dopo otto anni e mezzo: "Ora è cambiata in meglio"

La cerimonia di riapertura del Santissimo Sacramento dopo le scosse del 2016. Il vescovo Marconi: "Questo è un segno di speranza per la ricostruzione".

La cerimonia di riapertura del Santissimo Sacramento dopo le scosse del 2016. Il vescovo Marconi: "Questo è un segno di speranza per la ricostruzione".

La cerimonia di riapertura del Santissimo Sacramento dopo le scosse del 2016. Il vescovo Marconi: "Questo è un segno di speranza per la ricostruzione".

È stata una riapertura molto "Pop", quella di ieri, della chiesa parrocchiale del Santissimo Sacramento - Cappuccini di Macerata, chiusa dal terremoto del 2016. L’evento, preannunciato in modo gioioso dai frati delle Marche, è stato accompagnato da una giornata soleggiata che ha permesso la partecipazione tanto attesa da parte dei parrocchiani e di gran parte dei maceratesi affezionati a questo bel quartiere, ai suoi luoghi e ai "suoi" frati. In moltissimi hanno potuto, così, verificare come la luminosità e la spaziosità della chiesa siano tornate a vivere nel suo stile neogotico originario – è stata inaugurata nel 1896 – fatto di altezze e di luce.

Venerdì sera la chiesa era gremita come se si fosse celebrata una funzione religiosa, ma in realtà i parrocchiani e i frati erano intenti a renderla in gran spolvero per il giorno dell’inaugurazione. "Una chiesa che è fortemente cambiata e in meglio", ha detto il ministro provinciale fra’ Sergio Lorenzini, arrivato due ore prima dal Benin, terra del parroco del SS. Sacramento, fra Claude Djimenou. "Vengo da diverse notti insonni – ha continuato il vicario provinciale, fra’ Fabio Furiasse, che ha seguito i lavori – e vorrei ringraziare tutti coloro che hanno collaborato, persone professionali che sono diventate nostri amici. I Cappuccini sono arrivati a Macerata nel 1539 – ha spiegato Furiasse – e hanno vissuto nei secoli una serie di vicissitudini che li ha sempre più legati a questo territorio".

C’è gioia per aver potuto ripristinare il presbiterio e il coro, ridonando ai frati i luoghi in cui pregare. Il vescovo Nazzareno Marconi ha ricordato il vecchio motto scout "quando arrivi in un posto rendilo migliore di quando lo hai trovato" e ha sottolineato la lungimiranza del suo predecessore Silvio Cassulo che, nel 1967, firmò l’atto di nascita della parrocchia. Prima di allora il territorio in cui è la chiesa dei Cappuccini rientrava nella parrocchia del Sacro Cuore. "Intuizione positiva – ha spiegato Marconi – perché ha creato un senso di identità di questo bellissimo e importante quartiere".

"Siamo nel Giubileo della Speranza – ha concluso il vescovo – e mi auguro che con questa apertura, la seconda di una chiesa inagibile a Macerata (dopo San Giovanni, ndr) ci faccia sentire tanti segni di speranza per la ricostruzione". La vicesindaco Francesca D’Alessandro ha fatto presente come "la storia dei Cappuccini nelle Marche e a Macerata sia così radicata che è storia comune a tutti i maceratesi. Riaprire questa chiesa significa celebrare nuovamente il senso di collaborazione e riappropriarsi dei luoghi di spiritualità è una vittoria anche a livello sociale".

Il rettore dell’Università di Macerata John Francis McCourt, riprendendo il fatto che le Marche sono la culla dei frati Cappuccini il cui Ordine nel 2028 celebrerà i 500 anni di vita, ha accennato come il suo ateneo insieme agli altri tre della regione stiano lavorando a un progetto sull’evento e come la rinascita alla vita dei Cappuccini di Macerata sia un esempio di resilienza. Il geometra Stefano Paccaloni, consulente tecnico dei Cappuccini dal 2012, e l’architetto Marco Quagliatini hanno ripercorso l’iter tecnico, burocratico, amministrativo, contabile relativo ai lavori eseguiti che hanno definito come "un bellissimo lavoro di squadra. Il tutto per ridonare alla chiesa i colori, gli spazi e l’aspetto che le appartenevano quando era stata costruita ricreando non solo e non tanto la preziosità del luogo ma la memoria che a quel luogo appartiene".

Rosella Bellesi, funzionario della Soprintendenza Marche Sud, ha ricordato l’approvazione del progetto avvenuta nel 2023 e ha manifestato la felicità nel vedere il risultato finale. L’ultima parola è stata data al senatore Guido Castelli, commissario straordinario alla ricostruzione delle aree colpite dal terremoto, che ha evidenziato come i Cappuccini e la loro storia siano radicate in ciascuno dei presenti e dei marchigiani e di come quando si mette mano in architetture quale la chiesa del Santissimo Sacramento, la si metta nella storia che con il neogotico evoca la vicinanza a Dio.