"Il gioco d’azzardo online prolifera dove il tessuto socioeconomico è più debole. Va fatta attenzione su giovani e giovanissimi, che sono i più esposti. Bisogna informare nelle scuole e serve un tavolo istituzionale sul problema". Nella sede della Cgil si è tenuto un incontro sul gioco d’azzardo. Massimiliano Vigarani, statistico modenese, ha illustrato gli allarmanti dati dello scorso anno forniti dall’agenzia monopoli e dogane. "La prospettiva nazionale è che per fine anno si saranno spesi in azzardo 160 miliardi – dice –, per dare un’idea di quanti soldi siano, pensate che per la sanità se ne spendono 131, e il gioco d’azzardo legale costituisce il 7% del Pil. L’azzardo oggi viene normalizzato. Nel 2023 tre miliardi e mezzo sono stati spesi nelle Marche in azzardo, con una perdita complessiva di 500 milioni. Il dato medio pro capite di spesa è di 1888 euro. In provincia di Macerata, in proporzione, si spende di più nei piccoli centri. Morrovalle e Sarnano sono comuni, tra quelli con meno di 10mila abitanti, in crisi d’azzardo, cioè si spende in gioco più del doppio di quanto accade altrove. Volumi di questo tipo celano altri pericolosi fattori. Il caso di Morrovalle è esemplificativo".
Vigarani parla considerando il fatto che i flussi in alcuni piccoli comuni cambiano di anno in anno, addirittura raddoppiando. A suo dire sono due possibili spiegazione del dato: la presenza di "super giocatori", matematicamente improbabile, o di "grossi flussi di denaro da ripulire". Vigarani attacca "la pubblicità dell’azzardo": dalle sponsorizzazioni a pop up online che promuovono il gioco d’azzardo. Il report di Federconsumatori illustrato ieri parla chiaro: serve un bilancio sociale reale dell’azzardo per capire quale sia il costo per lo Stato di una vita rovinata o un’azienda che chiude. "Bisogna informare i giovani", ha concluso Vigarani. Il tavolo è stato coordinato da Lorenzo Longo, della Cgil. Mauro Mancini, di Libera, ha detto: "Nel luglio 2023 la Regione ha allargato le maglie delle restrizioni sul gioco. È stato un campanello d’allarme, ci ha spinto a fare sensibilizzazione con i giovanissimi. L’azzardo è la porta d’ingresso anche per altre patologie".
"Bisogna distinguere se il gioco è o non è patologico, problematico – ha detto Maria Teresa Carloni, dello Spi Cgil –, anche persone che non hanno mai giocato d’azzardo cominciano. È un dato forse collegato alle basse pensioni minime, oltre che all’identità personale, che può entrare in crisi".